Sgominata cellula neonazista, legami con il battaglione Azov

CASERTA – Sgominata una cellula neonazista, che aveva la sua base a Marigliano, in provincia di Napoli. Gli indagati sono accusati a vario titolo di appartenere ad una associazione con finalità di terrorismo di matrice neonazista, suprematista e negazionista, sedenti nelle provincie di Napoli, Caserta e Avellino. Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, gli altri reati contestati.

I nomi

In cinque spediti in carcere. Per uno è stato disposto l’obbligo di firma. Ordinanza di custodia cautelare in istituto penitenziario per Maurizio Ammendola, 43enne di Maddaloni, Michele Rinaldi, 47enne di Montoro, Massimiliano Mariano, 46enne di Castellammare di Stabia, Gianpiero Testa, 25enne di Marigliano e Anton Radomskyy, 27enne di Marigliano. Per Fabio Colarossi, 36enne di Roma è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Secondo le accuse, gli indagati avrebbero fatto parte di un gruppo con base a Marigliano, ma con ramificazioni in tutta Italia. Portate a termine 26 perquisizioni nelle province di Napoli, Avellino, Caserta, Milano, Torino, Palermo, Ragusa, Treviso, Verona, Salerno, Potenza, Cosenza e Crotone.

L’accusa

Secondo la gip Federica De Bellis alcuni degli appartenenti mettevano in atto una “costante attività di addestramento paramilitare, anche frequentando, all’estero, corsi di combattimento corpo a corpo e all’utilizzo di armi da fuoco, sia corte sia lunghe” e “contatti diretti e frequenti con formazioni ultranazionaliste ucraine” come il ‘Battaglione Azov’, ‘Pravi Sector’, ‘Centuria’. Probabilmente in vista di possibili reclutamenti nelle fila dei gruppi combattenti, come emerge dalle ‘speranze’ captate nelle intercettazioni. E’ il secondo colpo alla cellula neonazista dopo le perquisizioni che, nel corso del 2021, hanno portato al sequestro di munizioni, armi soft air, un lancia-granate, abbigliamento tattico militare e dispositivi informatici.
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