Clima hot, sci a rischio estinzione

Sulle Alpi la temperatura cresce con velocità doppia rispetto alla media mondiale. Il report Nevediversa 2021 di Legambiente: quando la colonnina di mercurio sale di 4 gradi si perde il 12% degli impianti

NAPOLI – Il cambiamento climatico minaccia gli impianti sciistici. E’ quanto emerge dal report Nevediversa 2021 di Legambiente. Il dossier affronta i temi del turismo invernale nell’epoca della transizione ecologica tra conflitti, discordanze e preoccupazioni, ma anche buone pratiche e nuove speranze. La temperatura è in crescita e lo sci è a rischio di estinzione. Imprescindibile quindi ripensare l’offerta: puntare sul turismo dolce invernale e la diversificazione degli investimenti.

I dati di Nevediversa 2021
In Italia ci sono 6.700 chilometri di piste e 1.500 impianti, e si spendono 100 milioni di euro all’anno per l’innevamento artificiale delle piste. Nella gran parte delle nostre montagne è atteso un aumento di temperatura tra i 2 e i 3 gradi per il 2050, ed entro fine secolo un ulteriore riscalda­mento che va dai 3 ai 7 gradi in funzione degli scenari di emissione di gas a ef­fetto serra considerati. È questo il ragionamento che fa da filo conduttore al dossier Nevediversa 2021. Le previsioni di sciabilità nei comprensori alpini descrivono una situa­zione piuttosto preoccupante su tutto l’arco alpino, con comprensori dove ne­gli scenari peggiori la pratica dello sci risulterebbe in estinzione a fine secolo. Emblematico il dato di sintesi Eurac che stigmatizza come con un aumento di temperatura di più di 4 gradi la percen­tuale degli impianti accessibili si riduce al 12%. L’intero territorio italiano è al centro di un’area considerata dagli scienziati un “hot spot” del cambiamento climatico, e va ancora peggio per le nostre montagne. Nelle Alpi le temperature stanno crescendo a una velocità doppia rispetto alla media globale. La neve al suolo negli ultimi dieci anni ha subito un costante decremento lasciando sempre più spazio ad aride sterpaglie. Il panorama impiantistico delle montagne quindi è destinato a cambiare aspetto nell’arco di pochi anni.

La linea della neve
La Linea di affidabilità della neve (Lan), cioè l’altitudine che garantisce spessore e durata sufficienti dell’innevamento stagionale, sta risalendo con un ritmo vertiginoso. Essa stabilisce che il normale svolgimento di una stagione sciistica è possibile se vi è una copertura nevosa garantita di almeno 30 centimetri, per minimo di 100 giorni. Dagli studi condotti nelle regioni alpine europee si stima che la Lan potrebbe elevarsi di 150 metri per ogni grado di aumento della temperatura: ciò significa che con un aumento di temperatura di 5 gradi ci sarà una risalita di 750 metri, passando dai 1500 metri di media stimati nel 2006 a come minimo 2250 metri di altitudine. Due anni fa, un pool di ricercatori ha analizzato le prospettive climatiche degli impianti sciistici che fino ad oggi hanno ospitato una o più edizioni delle Olimpiadi invernali. In uno scenario ottimistico soltanto 13 dei 21 impianti osservati sarebbero in grado di ripetere l’esperienza nel 2050, mentre gli altri 8 dovrebbero chiudere per mancanza di neve. Nell’ipotesi peggiore, proseguono i ricercatori, gli impianti disponibili entro la metà del secolo si ridurrebbero a 10 per scendere a 8 nel 2080.

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