Comunali a Napoli, Mancuso: “I veti sul M5S sono inaccettabili”

Il presidente del Pd: “Lavoriamo a un sindaco del Pd ma non chiudiamo la porta a nessuno”

NAPOLI – Le Comunali si avvicinano al tavolo del centrosinistra i veti incrociati delle forze politiche che dovrebbero essere alleate si accavallano giorno dopo giorno. Dopo l’incontro tra Matteo Renzi ed Enrico Letta in cui il leader di Italia Viva ha chiesto al Pd di scegliere tra Iv e il M5S, a Napoli si è riaperto il fronte di chi non digerisce né l’alleanza giallorossa per le Amministrative né, soprattutto, un ipotetico candidato sindaco grillino. Per Paolo Mancuso, presidente metropolitano del Partito democratico, qualsiasi veto è inaccettabile: “Lavoriamo a un candidato sindaco del Pd ma non precludiamo la strada a nessuno”.

Mancuso, l’unità del centrosinistra allargato al M5S è in pericolo?
No. Puntiamo a vincere al primo turno con una coalizione ampia. Se mettiamo in campo un Pd unito, il Movimento 5 Stelle, i nostri alleati tradizionali, i moderati che hanno votato per Vincenzo De Luca, è possibile evitare il ballottaggio. Lavoriamo all’individuazione di un candidato di livello che tenga unito tutto il nostro schieramento. Il lavoro iniziato a Napoli è un laboratorio interessante, il partito partenopeo è oggi finalmente un modello nazionale. Per le Comunali, poi, speriamo che anche Antonio Bassolino possa ripensarci e in un ragionamento con noi.

Il dualismo tra De Luca e il Pd è dunque terminato?
Il dialogo c’è sempre stato con alcune differenze di vedute, come è ovvio e anche auspicabile. Ma la discussione compiuta finora è virtuosa, le distanze si riducono, specie negli ultimi giorni e presto troveremo una sintesi definitiva.
Restano però tanti veti incrociati. Matteo Renzi è stato chiaro con Letta: o Italia Viva o il M5S. A Napoli i renziani non vogliono in nessun modo un candidato grillino, nemmeno se si chiama Roberto Fico.
Ovviamente per noi sono inaccettabili preclusioni di qualsiasi genere. Inoltre, insistono su questa richiesta di elezioni primarie nel bel mezzo di una pandemia. Il lavoro che stiamo facendo è diverso e ha già portato frutti. Noi lavoriamo sul programma e su una squadra espressione di una comune volontà. Non mettiamo veti nei confronti di nessuno, né dei 5 Stelle né di Italia Viva. E’ ovvio che il Pd, rispettando la pari dignità di tutti gli alleati e gli interlocutori, lavora per una candidato sindaco del nostro campo politico.

State coinvolgendo i circoli? E’ una richiesta di Letta.
Non abbiamo mai abbandonato i nostri iscritti e i nostri circoli territoriali, facciamo da inizio pandemia centinaia di incontri online. Abbiamo un confronto quotidiano con circoli, Municipalità, sui programmi, le alleanze e su temi specifici. Alla conferenza programmatica dello scorso autunno la nostra base è stata protagonista. Poi è evidente che in questo periodo dove non ci si può vedere in presenza la partecipazione è smorzata. E’ un problema per la partecipazione democratica trasversale a tutte le forze politiche, vedersi online è comodo ma spegne la passione.

Veniamo alla cosiddetta ‘Legge speciale’ per Napoli. Proponete davvero una legge solo per Napoli? Perché la Lega si è detta contraria.
Io spero che la posizione del coordinatore Severino Nappi sia personale e non coincida con quella della Lega. La discussione poi esiste, è indispensabile un correttivo al federalismo, come ci dice poi la Corte Costituzionale e l’articolo 17 della costituzione. I livelli essenziali di prestazione devono essere garantiti a tutti, i cittadini devono avere la possibilità di godere degli stessi diritti civili. C’è una grande disparità tra Nord e Sud, c’è bisogno di questa attuazione costituzionale che dal 2001 non è mai stata realizzata. E’ una norma di complessa attuazione, noi vogliamo che venga messa all’esame del Parlamento. Nello stesso momento, però, pensiamo ad altri interventi che possono arrivare senza nuove leggi.

Ad esempio?
Nell’ultima Legge di Bilancio dello Stato esiste un finanziamento per i Comuni che individuati nella fascia di ‘alta vulnerabilità’. Ci sono dei parametri, e Napoli, insieme ad altri 42 Comuni dell’Area Metropolitana, sono sulla soglia di grave povertà. Prima di una nuova legge si potrebbe aumentare il finanziamento a questo strumento, che oggi è irrisorio. Così come nel famoso ‘Decreto salva Roma’ si è stabilito un fondo per le Città Metropolitane sull’orlo del dissesto, come Napoli e Torino. E’ un fondo insignificante, rifinanziarlo rappresenta un’altra possibilità. Insomma, le vie d’uscita ci sono. C’è bisogno della volontà politica, il Pd di Napoli lavora intensamente a questo.

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