Confcommercio fa i conti con lacontraffazione: “alle imprese danni da 30 miliardi”

Confcommercio fa i conti dei costi della contraffazione e dell'illegalita a carico delle imprese. E scopre che la zavorra ha un peso stratosferico e raggiunge i 30 miliardi di euro.

Foto LaPresse - Andrea Panegrossi

MILANO – Confcommercio fa i conti dei costi della contraffazione e dell’illegalita a carico delle imprese. E scopre che la zavorra ha un peso stratosferico e raggiunge i 30 miliardi di euro. In Italia, la sola contraffazione, fenomeno in continua crescita ha coinvolto nel 2019 un consumatore su tre (30,5%) che in questo periodo ha acquistato un prodotto contraffatto o ha usufruito di un servizio illegale (+3,7% rispetto al 2016 e +4,9% in confronto al 2013). E il costo più elevato lo pagano le imprese: oltre 30 miliardi di euro, mettendo a rischio circa 200mila posti di lavoro. I dati sono contenuti nell’indagine Confcommercio su illegalità, contraffazione e abusivismo, presentati a Roma nell’ambito della Giornata “Legalità ci piace” cui ha partecipato anche il ministro dell’Interno Lamorgese.

I dati

Entrando nel dettaglio del capitolo dedicato alla contraffazione, si scopre che è in aumento rispetto al passato l’acquisto illegale di abbigliamento (+9,4% sul 2016), prodotti farmaceutici (+2,8), prodotti di intrattenimento (+1,5), pelletteria (+0,4) e giocattoli (+0,3). In crescita l’utilizzo del web, dove passa gran parte dell’intrattenimento (89% della musica, film, abbonamenti tv, eccetera) e quasi la metà dei servizi turistici (alloggio, ristorazione, trasporti) illegali.

Dati commentati con preoccupazione dal presidente di Confcommercio Carlo Sangalli: “Sebbene oltre il 90% dei consumatori è consapevole dei rischi dell’acquisto illegale e degli effetti negativi di questo fenomeno, questo tipo di acquisto è ritenuto ‘normale’ per il 73% dei casi, una tendenza diffusa in prevalenza tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Quindi, forse l’aspetto su cui bisogna lavorare con forza non è solo quello ‘informativo’, spiegando i danni alla comunità, alla salute e al futuro di questi fenomeni. Bisogna invece lavorare sull’aspetto emotivo, sui valori condivisi alla base della nostra convivenza. E questo soprattutto tra i più giovani”.

Di Paolo Tavella

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