Conflitto a fuoco a Pianura

Esplosi undici proiettili: uno ha raggiunto una Micra in sosta, un altro una pizzeria. Lo scontro tra gli eredi dei Pesce e dei Mele, capeggiati dai ras Carillo ed Esposito. Spunta l’ombra dei Sorianiello

NAPOLI – “C’erano due auto che si sono affiancate e i passeggeri hanno cominciato a sparare l’uno contro l’altro”. E’ il racconto di un testimone che ha raccontato agli agenti del commissariato di Pianura le fasi del conflitto a fuoco che ha fatto piombare nel terrore la zona nei pressi del cimitero di Pianura. La segnalazione di “esplosione di numerosi colpi d’arma da fuoco” è arrivata alla polizia attorno alla mezzanotte di mercoledì.

Teatro della scena via parroco Giustino Russolillo, all’altezza dell’incrocio con via Pallucci, nella zona a ridosso del cimitero di Pianura. Dopo il sopralluogo i poliziotti, coadiuvati dai colleghi della squadra mobile di Napoli, agli ordini di Alfredo Fabbrocini, hanno repertato undici bossoli calibro 9, esplosi probabilmente da armi semiautomatiche. “Nessuno è rimasto ferito, ma chi ha fatto fuoco voleva uccidere” ipotizzano gli investigatori.

Due dei proiettili hanno centrato tuttavia obiettivi estranei alla vicenda. Colpita una Nissan Micra in sosta lungo via Russolillo. Centrata anche la serranda della pizzeria ‘Catalano’, all’altezza del civico 52. Bersagli accidentali di una violenza metropolitana che si ripresenta periodicamente in cluster a macchia di leopardo. Lo scontro a fuoco ripresenta nuovamente il conflitto a orologeria che vede contro gli eredi dei Mele e quelli dei Pesce-Marfella, rispettivamente guidati, secondo informative delle forze dell’ordine, da Carlo Esposito, federato con i Legnante del rione Traiano, e Antonio Carillo.

Ci sono loro dietro la scena da Far West metropolitano registrato in via Russolillo? E’ presto per dirlo, anche perché secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine nella zona si starebbe vivendo un momento di pax mafiosa giunto al termine di una serie di accordi per la spartizione delle attività illecite sul territorio. Ma non si escludono altre piste. Infatti, tra le ipotesi al vaglio della polizia anche quella di un’incursione da parte dei un gruppo esterno come potrebbe essere quello dei Sorianiello della ‘99’ di via Catone. L’organizzazione, infatti, è stata colpita alcuni giorni fa da una serie di arresti.

Questo potrebbe aver generato qualche spostamento sulla scacchiera criminale. I gruppi di Pianura potrebbero aver tentato di allargare la propria sfera d’azione, tanto da generare la ritorsione del gruppo della ‘99’. ipotesi, naturalmente, che dovranno essere suffragate da riscontri investigativi. La tensione nella zona di Pianura è palpabile. Nei mesi scorsi le armi hanno sparato e il sangue è stato versato. Che non ci sia scappato il morto è stato solo un caso. Prima di Natale le forze dell’ordine che tengono il polso degli assetti criminali scrutano ogni movimento, ogni variazione e si erano accorte che una ‘faccia nota’, da un po’ non si faceva più vedere nel quartiere.

Si trattava del braccio destro del ras Antonio Carillo figlio del ras Lorenzo e nipote dell’ex boss Pasquale Pesce. Da quando il giovane era rimasto ferito in un agguato e, dopo di lui, era stato colpito anche Lorenzo Rossetti, l’intero gruppo era andato in fibrillazione. Molte ‘facce note’ erano sparite dalla circolazione, come appunto il 20enne. Erano tutti segnali di una tensione tra clan altissima. Ma chi sono i contendenti? Da una parte c’è il gruppo Carillo di via Evangelista Torricelli, che ha preso l’eredità lasciata dai residui delle organizzazioni Pesce e Marfella; dall’altro lato il clan di via Comunale, che oggi fa capo ad Esposito e che prima invece rispondeva ad Antonio Calone, al vertice degli eredi del gruppo Mele. Al centro delle tensioni c’è il controllo sul quartiere flegreo.

Tra Pianura e Bagnoli, in questi mesi, il rischio di una nuova faida di camorra è stato molto più di una possibilità. I problemi erano già nati con il ritorno sulla scena criminale del boss Massimiliano Esposito ‘o scognato, ex sodale del clan D’Ausilio di Bagnoli. Esposito, infatti, aveva messo gli occhi sul territorio di Pianura, entrando in rotta di collisione con alcuni esponenti della ‘mala’ locale, in particolare con i ras Calone ed Esposito.

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