Conte: “Manovra di stabilità”. Linea morbida con l’Ue

Il premier Conte parla di "manovra di stabilità" e i vicepremier Salvini e Di Maio si richiamano al dialogo con l'Ue. In soffitta i proclami bellicosi contro l'Europa lanciati in campagna elettorale

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – “Una manovra nel segno della crescita nella stabilità”: questa la promessa del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Parole generiche per non dire apertamente che davanti all’Unione europea prevarrà la “linea morbida”.

“Nell’incontro di questa mattina – si legge ancora nella nota di Conte – abbiamo continuato a lavorare alla manovra economica. Stiamo approfondendo tutti i dettagli per varare un piano finanziario che tenga i conti in ordine”. L’obiettivo è consentire al Paese di “perseguire un pieno rilancio”. Al vertice di governo tenuto a Palazzo Chigi hanno partecipato con Conte i vice premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Al tavolo anche il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, e il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi. Un nuovo vertice economico domani prima del Consiglio dei ministri è stato convocato per le 16.

Salvini: rispetto dei vincoli Ue

Ad ogni modo, sta prevalendo la “linea del dialogo” verso l’Ue del presidente del Consiglio. Si procederà d’intesa con i ministri degli Esteri e dell’Economia e, probabilmente, anche del Quirinale. Con tanti saluti alle promesse di linea dura fatte in campagna elettorale.

Matteo Salvini, leader della Lega, dice al ‘Sole 24 Ore’ che l’intenzione è di “presentarsi ai mercati e all’Europa con una legge di bilancio seria”. Una legge “che faccia crescere l’economia di questo Paese, nel rispetto di tutti i vincoli Ue”.

“L’obiettivo è di mantenere il rispetto dei vincoli e delle regole esterne imposte, di non sforare alcunché”, sottolinea il leghista.

Di Maio: taglieremo quel che non serve

Sulla stessa linea anche l’altro vicepremier, il pentastellato Luigi Di Maio. “Stiamo decidendo come spendere i soldi che abbiamo e quanto utilizzare di investimenti in deficit per soddisfare quello che abbiamo garantito nel nostro Contratto di governo”, dichiara a Radio Radicale. “Taglieremo tutto quello che non serve nei ministeri e nella spesa improduttiva – dice il ministro – Poi, tutto quello che ci serve in più dovrà essere oggetto di contrattazione con Ue”.

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