Conti pubblici, Marattin (Pd): “Le parole di Di Maio? Buone per il Venezuela”

Il capogruppo dem in commissione Bilancio della Camera, è intervenuto sul reddito di cittadinanza e sulle proposte avanzate dal vicepremier

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 30-07-2018 Roma Politica Camera dei Deputati. Discussione generale sul Decreto Dignità

ROMA (LaPresse) Luigi Marattin, capogruppo Pd in commissione Bilancio della Camera, è intervenuto ai microfoni della trasmissione ‘Ho scelto Cusano – Dentro la notizia’. La trasmissione è condotta da Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Le critiche di Marattin al vicepremier Di Maio

Le dichiarazioni di Luigi Di Maio (“Ascoltiamo i cittadini, non le agenzie di rating”) “sono buone per il Venezuela –ha affermato Marattin- per i populismi sudamericani, per il blog di Grillo probabilmente. Ma non è che si fa un favore al Paese nel dire che un conto sono i mercati e un conto sono i cittadini. Perché un Paese che ogni anno si rivolge al mercato per chiedere in prestito 400 miliardi per far andare avanti la macchina pubblica non può permettersi di instillare nei cittadini il dubbio che ci sono i mercati cattivi e poi i cittadini che sono la parte buona. Questo è un messaggio da paese populista sudamericano degli anni 80”.

La possibile cancellazione degli 80 euro e il finanziamento al reddito di cittadinanza

E sulla possibile cancellazione degli 80 euro per finanziare il reddito di cittadinanza, il deputato Pd ha commentato: “Da un punto di vista teorico si può fare tutto. Se si tolgono 10 miliardi di euro che arrivano a 10 milioni di italiani bisogna vedere a chi li si dà. A livello macroeconomico non cambia nulla perché togli 10 miliardi e dai 10 miliardi, bisogna vedere se nel quadro macroeconomico questa redistribuzione è un guadagno o una perdita. Gli 80 euro secondo noi hanno funzionato perché hanno un po’ supportato i consumi. Se si decide che non è più quella la priorità bisogna capire quei soldi a chi vanno. Non vedo però ragionamenti scientifici del governo, vedo una guerra di slogan, per demolire quello che ha fatto il governo Renzi e avere qualche like in più sui loro profili Facebook”.

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