Convalidato il fermo, il presunto killer di Mergellina resta in carcere

NAPOLI – Convalidato il fermo di Francesco Pio Valda. Il presunto killer degli chalet di Mergellina resta in carcere in attesa di essere giudicato per omicidio. L’indagato, difeso dall’avvocato Antonio Iavarone, è accusato del delitto di Francesco Pio Maimone, 18enne di Pianura, ucciso nella notte tra domenica e lunedì. Il 20enne di Barra vanta frequentazioni con elementi di spicco del clan Cuccaro di Barra. Il padre Ciro venne ammazzato in un raid di camorra 10 anni fa. Il fratello, Luigi, invece, è detenuto, perché accusato di aver esploso colpi di pistola all’indirizzo di un 16enne circa un anno fa in piazzetta Bisignano a Barra. A ricostruire quello che è successo alle 2.30 di lunedì ci ha pensato il capo della Squadra Mobile Alfredo Fabbrocini in conferenza stampa, chiarendo che l’arma del delitto non è stata trovata ancora. “Con ogni probabilità è stato utilizzato un revolver – ha detto ieri Fabbrocini – al momento l’arma risulta ancora irreperibile”. Perché l’indagato l’avrebbe utilizzata per esplodere proiettili, uno dei quali ha centrato mortalmente al petto Francesco Pio Maimone? Secondo la ricostruzione effettuata dagli investigatori e raccontata ieri da Fabbrocini, pare che il 18enne di Pianura sia stato ammazzato per sbaglio, nel senso che non era lui l’obiettivo del presunto killer.

“La vittima era agli chalet di Mergellina in compagnia di due amici – ha affermato Fabbrocini – stava mangiando delle noccioline. Abbiamo motivo di credere che non si sia accorto di quello che accadeva intorno a lui”. “Vale a dire una rissa scoppiata tra bande di Barra, di cui pare appartenga l’indagato – ha proseguito il capo della Squadra Mobile – e del Rione Traiano. Secondo le dichiarazioni raccolte dai testimoni dell’accaduto, pare che la rissa sia stata scatenata da futili motivi. Alla zuffa non avrebbero partecipato né Francesco Pio Maimone né i suoi amici. Si tratta di una rissa scoppiata per una scarpa sporcata dal rovescio di una bevanda o da un pestone”. Alla zuffa avrebbero preso parte circa 20 giovani. “Tre o quattro i più scalmanati – ha proseguito Fabbrocini nel racconto – Pare che Francesco Pio Valda si sia allontanato per esplodere colpi di pistola in aria. Poi le pallottole sono state esplose ad altezza uomo, colpendo la vittima”.

A quel punto, sempre secondo quanto riferito dal capo della Squadra Mobile, l’indagato si è allontanato, salendo in macchina in direzione di Barra. “Abbiamo portato avanti le indagini visionando le immagini catturate dalle telecamere di videosorveglianza – ha detto Fabbrocini – non ci sono frame con gli spari. Dai filmati, però, abbiamo ricostruito la rissa. Siamo risaliti all’identità di Francesco Pio Valda raccogliendo le testimonianze di chi era presente sul luogo della tragedia, degli amici della vittima e dei conoscenti dell’indagato. Però, devo ammettere che abbiamo incontrato parecchie difficoltà nel raccogliere dichiarazioni. Purtroppo anche attorno a questo caso è stato eretto un muro di omertà. Mi trovo mio malgrado a constatare che la reticenza a testimoniare ha animato anche persone vicine a Francesco Pio Maimone”. Valda è stato catturato martedì a Ponticelli, dove si era rifugiato. I poliziotti lo cercavano dal giorno prima, quando sono andati a controllare nella sua abitazione di Barra senza trovarlo. Il presunto killer è stato rintracciato poche ore dopo. Sui social è stato anche pubblicato il video con le immagini della cattura del 20enne.

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