Cop26, Cingolani: “Impossibile fare di più, l’India ci ha messi spalle al muro”

L'intervento del ministro della Transizione ecologica

Roberto Cingolani (Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse)

MILANO – “E’ impensabile fare una rivoluzione epocale con una Cop. Ma che quest’anno è stato fatto un passo avanti, perché tutti gli Stati hanno convenuto sulla necessità di accelerare il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi, mantenendo il riscaldamento globale a circa 1,5 gradi (invece di 2) nella seconda metà del secolo”. Lo ha detto il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani a La Repubblica dopo il tour de force per il Cop26. Immediatamente prima del voto finale ha partecipato alle convulse consultazioni tra il presidente della Cop26, il britannico Alok Sharma, e il ministro indiano dell’Ambiente Bhupender Yadav.

“Il ministro indiano ci ha detto chiaramente che avrebbe aderito alla risoluzione finale relativa a 1,5 gradi, solo qualora si fosse alleggerita la pressione sull’abbandono totale del carbone. Un modo per avere più tempo, organizzare la transizione energetica e nel frattempo crescere – ha spiegato Cingolani – ma aderendo all’obiettivo globale di 1,5 gradi di riscaldamento globale nella seconda metà del secolo insieme a tutti gli altri Paesi. Sono abili negoziatori: se avessimo optato per il muro contro muro, gli indiani si sarebbero svincolati da ogni impegno e avrebbero prodotto tutta la CO2 possibile, rendendo irreversibile il cambiamento e inutili gli sforzi di tutto il resto del mondo”.

(LaPresse)

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