Cop26, verso l’addio a gas e petrolio

Il nostro Paese dice no al passaggio totale alle auto elettriche entro il 2040

GLASGOW – La Cop26 si avvia alla conclusione non senza colpi di scena. Ieri la costruzione dell’impianto dell’accordo, su cui poi si faranno le rifiniture per il testo finale da varare oggi. Tra i segnali più importanti emersi nell’ambito delle trattative delle ultime ore c’è l’accordo, storico, tra Cina e Stati Uniti. Nella serata di mercoledì l’inviato per il clima della Cina alla Cop26 Xie Zhenhua ha annunciato che il suo Paese e gli Stati Uniti, i due più grandi emettitori di gas serra al mondo, hanno concordato di aumentare la collaborazione sul cambiamento climatico. I due Paesi hanno concordato di istituire un gruppo di lavoro sul rafforzamento dell’azione climatica negli anni 2020 per promuovere la cooperazione sul cambiamento climatico tra i due Paesi e i processi multilaterali. Tenendo conto delle condizioni nazionali, sarà intrapresa un’azione sul clima rafforzata per l’attuazione dell’Accordo di Parigi. “Accolgo con favore l’accordo tra Cina e Stati Uniti per lavorare insieme per intraprendere un’azione sul clima più ambizioso in questo decennio. Affrontare la crisi climatica richiede collaborazione e solidarietà internazionale, e questo è un passo importante nella giusta direzione”, ha commentato il segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres.

L’ITALIA

L’Italia ha aderito alla ‘Boga’, la Beyond Oil and Gas Alliance, un accordo fra Paesi per uscire dalla produzione di petrolio e gas, lanciato nell’ambito della Conferenza di Glasgow da Danimarca e Costarica. L’accordo vieta nuove licenze e concessioni per nuove esplorazioni di petrolio e gas sul suolo italiano. Ma il nostro Paese, insieme alla Germania, non ha firmato la proposta per una transizione totale verso il full electric avanzata da Boris Johnson. “E’ cruciale che ora mostriamo ambizione, il rischio di mancare una ambiziosa Cop26 è colossale e i rischi di arretrare sarebbero un assoluto disastro per il pianeta”, ha dichiarato il premier britannico. L’accordo prevede l’impegno a vendere soltanto in tutto il mondo auto elettriche entro il 2040 e ha di fatto diviso le nazioni della Cop26: da un lato Canada, India, Svezia e Regno Unito, dall’altro Italia, Germania e soprattutto Cina e Stati Uniti. Va ricordato che secondo le ultime stime, il trasporto su strada causa circa il 15% delle emissioni globali di gas serra. Virare verso l’elettrico segnerebbe un passaggio fondamentale. La decisione ha scatenato le proteste del M5S. “E’ un’occasione persa per l’Italia la scelta di non firmare il documento sul divieto di vendita di auto a benzina e diesel dal 2035 nei mercati più sviluppati e nel 2040 nel resto del mondo. Un’occasione persa sia perché rischia di rallentare il percorso che dovrà portarci alla decarbonizzazione dei trasporti, sia perché una scelta decisa in questa fase porterebbe a concentrare tutte le risorse e gli investimenti sullo sviluppo della filiera dei veicoli a zero emissioni”, hanno spiegato in una nota Giuseppe Chiazzese e Luca Sut, deputati del M5S in commissione Attività produttive.

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