Coronavirus, Centinaio (Lega): “Oltre 5 milioni di posti di lavoro a rischio nel turismo”

Gianmarco Centinaio, senatore della Lega, è stato ospite del programma "L'imprenditore e gli altri" condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell'Università Niccolò Cusano

Foto LaPresse - Matteo Corner in foto Gianmarco Centinaio

ROMA – Gianmarco Centinaio, senatore della Lega, è stato ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano.

Sul settore turistico italiano. “Il settore in questo momento è tra quelli più in crisi -ha affermato Centinaio-. Quando ripartirà avrà grandi problemi. Ci saranno italiani che non avranno voglia di andare in vacanza, altri che non avranno soldi per andarci, altri ancora non avranno le ferie. Parliamo di circa 300mila posti di lavoro a rischio solo in bar e ristoranti. Per il settore del turismo parliamo di 5 milioni di italiani. Un’azienda media del settore del turismo fatturerà solo 3 mesi in tutto il 2020. Noi della Lega il 2 marzo abbiamo presentato un piano strategico per il turismo, il ministro Franceschini non ci ha neanche dato una risposta. Ora ne abbiamo presentato un altro diviso in due parti.

Solamente per il fondo di garanzia servono almeno 2 miliardi. Il settore chiede una piccola percentuale a fondo perduto per mettersi al riparo dal pagamento dei costi fissi che può avere una struttura. Il governo per ora ha risposto picche. In questi decreti ad oggi non stiamo vedendo nulla a fondo perduto, non sto vedendo quella collaborazione che il governo aveva offerto alle minoranze. Di 204 emendamenti presentati dalle opposizioni ne hanno approvato uno. Se questa è la collaborazione che il governo chiede alle minoranze, io ti faccio la guerra globale visto che non stai facendo niente.

Vorremmo dare un buono sconto o una decontribuzione alle famiglie che decidono per le prossime due estati di prenotare le vacanze in Italia. Una proposta che ha avuto il parere favorevole del ministro Franceschini, poi abbiamo presentato l’emendamento e ce l’hanno bocciato. In Francia è già in vigore da qualche anno questo bonus. Adesso la Boschi e il governatore dell’Emilia Romagna l’hanno riproposta spacciandola per una loro iniziativa, ma a noi non interessa chi se la intesta, l’importante è che la approvino”.

(LaPresse)

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