Coronavirus, Fca chiude stabilimenti di Pomigliano, Melfi, Cassino e Sevel

Quattro stabilimenti chiusi in via temporanea per fronteggiare l'epidemia di coronavirus in Italia.

TORINO – Quattro stabilimenti chiusi in via temporanea per fronteggiare l’epidemia di coronavirus in Italia. E’ la decisione presa da Fca per motivi di igienizzazione e per attuare interventi straordinari negli impianti. A essere coinvolti sono il plant di Pomigliano (Napoli) – casa della Panda e in futuro della nuova Alfa Romeo Tonale, annunciata sulle linee di produzione per la seconda metà del 2021 – che si ferma mercoledì, giovedì e venerdì. Stop a Melfi, centro dell’ibrido di Jeep, giovedì, venerdi e sabato; porte chiuse allo stabilimento di Sevel di Atessa, in provincia di Chieti, riferimento per i veicoli leggeri del Gruppo, giovedì, venerdì e sabato mentre Cassino (Frosinone), centro produttivo dei principali modelli del Biscione, sospenderà le attività giovedì e venerdì. In ogni caso, lunedì torneranno tutti operativi. Al momento, comunque, non è previsto un’eventuale chiusura ulteriore in riferimento alle richieste di misure più severe avanzate al governo dai presidenti di alcune regioni.

Le misure

Tra le azione previste da FCA, la riorganizzazione interna del lavoro: saranno ridotte le produzioni giornaliere per avere meno personale impegnato sulla linea in modo da evitare addensamenti e rispettare la distanza di sicurezza prevista tra le persone. In ogni stabilimento saranno inoltre eseguiti interventi specifici di igienizzazione delle aree di lavoro, delle aree comuni di relax, degli spogliatoi e dei servizi igienici. “Questi nuovi importanti interventi – spiega Fca – rafforzano le misure di sicurezza che sono state immediatamente implementate all’esplosione del virus in Italia nelle scorse settimane e che sono state comunicate a tutti i lavoratori”. Tra queste, la facilitazione del lavoro a distanza per gli impiegati e l’applicazione di controlli e misure di sicurezza nelle mense e agli accessi di tutti i siti del Gruppo.

Di Martina Coppola

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome