Il coronavirus era in Lombardia già da fine gennaio

Dallo studio della task force emerge che il 12 febbraio sono già in 9 a manifestare i sintomi del virus, in “13 il 15 febbraio, in 10 il 18 e in 35 il 20". E a Codogno il 21 febbraio compare il paziente uno

(AP Photo/Luca Bruno)

ROMA – L’epidemia in Lombardia già da fine gennaio. Lo dice uno studio effettuato dalla task force sanitaria lombarda. Ancor prima che a Codogno il 21 febbraio venisse segnalato il primo paziente positivo, il virus dilagava a macchia di leopardo e scambiato per un una semplice coda dell’influenza. In Lombardia erano già oltre 160 le persone tra Milano e provincia ade essere contagiate dal Covid 19 e oltre 1.200 in tutta la regione.

L’analisi

La ricostruzione del percorso della malattia in Lombardia è stata fatta grazie all’analisi. I dei tempi dell’utilizzo dei tamponi, della sintomatologia, dalle indicazioni fornite dagli stessi pazienti e dei medici. Dallo studio della task force lombarda si evince che il 12 febbraio sono già in 9 a manifestare i sintomi del virus, in “13 il 15 febbraio, in 10 il 18 e in 35 il 20. E a Codogno il 21 febbraio compare il paziente 1

La data fatidica

“E’ quella del 21 gennaio – spiega il Corriere della Sera – definita tecnicamente ‘Giorno 0’, quando a Milano si contavano già 46 casi e ben 543 in tutta la Lombardia”. Ma solo con il caso 1 di Codogno, in provincia di Lodi, suona il campanello d’allarme e mette in chiaro che si è all’inizio di una vera e propria epidemia. Da allora a ieri, i casi di coronavirus accertato in tutta la regione sono 74.348. Ma solo il 10 gennaio l’Organizzazione mondiale della sanità dichiara che ci si trova di fronte ad una nuova epidemia mentre 12 giorni dopo, era il 22 di gennaio la città di Wuhan veniva messa in quarantena “dopo che – secondo il Corriere – 31 dicembre si erano definiti molti casi di polmoniti anomale” e dopo quegli strani casi nella città cinese, e dopo la conferma, il 7 gennaio, da parte delle autorità di Pechino, dell’identificazione di un nuovo ceppo di coronavirus”.

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