Corruzione in Comune, arresti e indagati. Licenze facili in cambio di soldi e assunzioni

Inchiesta in Municipio, sette custodie cautelari e 16 indagati a piede libero

CASTELVOLTURNO – A scoperchiare il vaso è bastata la denuncia di un privato cittadino: dentro gli inquirenti ci avrebbero trovato un ufficio tecnico permeato da corruzione, falsi e abusi d’ufficio. Sei arresti, un divieto di dimora e 9 formalmente indagati a piede libero (oltre ad altre sei persone coinvolte nell’inchieste): è il primo risultato di circa due anni di indagini sul Comune del Litorale.

Le misure cautelari

A finire in carcere, su ordine del gip Alessandra Grammatica sono stati Carmine Noviello, 60enne, dirigente dell’area tecnica, Giuseppe Verazzo, geometra 50enne, e Antonio Di Bona, 54enne, impiegato dell’Utc. Domiciliari, invece, per Giuseppe Russo, 63enne, dipendente del Municipio, Francesco Morrone, 63enne, maresciallo dei caschi bianchi, e Luigi Cassandra, 59enne, comandante della polizia municipale. Divieto di dimora in Regione la misura scelta dal giudice per Rosario Trapanese, 50enne, dirigente dell’Italian Maritime Academy. Ad eseguire i provvedimenti cautelari i carabinieri del Reparto di Mondragone, guidati dal maggiore Loreto Biscardi e dal tenente Lorenzo Galizia.
Noviello, Di Bona, Verazzo e Trapanese rispondono di corruzione. Cassandra, Russo e Morrone sono indagati per falso e abuso d’ufficio. Anche agli inquisiti a piede libero sono contestati a vario titolo i reati di corruzione, falso e abuso d’ufficio.

CLICCA PER LEGGERE Sesso nell’ufficio prima di firmare la licenza edilizia. Il dipendente mentre palpeggia: “E’ una cosa fuori misura”

L’indagine

L’attività investigativa ha preso il via nel settembre del 2016: un professionista ai militari dell’Arma sottolineò la difformità tra la documentazione prodotta presso il Genio Civile, per ottenere l’autorizzazione sismica del complesso Le Anfore, rispetto allo stato dei luoghi. L’inchiesta, coordinata dal procuratore Maria Antonietta Troncone e dai sostituti Giacomo Urbano e Vincenzo Quaranta, avrebbe fatto emergere “un diffuso sistema corruttivo di cui era protagonista – sostengono gli inquirenti – Carmine Noviello e altri dipendenti, tra cui Antonio Di Bona”.

Altri ipotizzati comportamenti illeciti sarebbero stati manifestati anche da alcuni vigili urbani. Seppur non in maniera associativa, avrebbero agito ognuno “per raggiungere vantaggi di tipo strettamente personale”.

Il caso Siec Immobiliarie

In un’occasione Noviello, stando a quanto accertato dai carabinieri, ha qualificato alcuni lavori eseguiti in via Delle Acacie, su un immobile di proprietà della Siec Immobiliare, come “ristrutturazione edilizia mediante intervento di riqualificazione e risanamento statico funzionale”. Ed invece l’opera avrebbe messo in piedi “una nuova costruzione” non consentita dagli strumenti urbanistici per la zona in cui ricadeva l’immobile. A seguire quella procedura per la Siec Immobiliare era Verazzo.

Il geometra avrebbe contraccambiato il ‘piacere’ ricevuto del capo dell’Utc redigendo un falso certificato di collaudo relativo ad un’immobile della figlia. Sempre Noviello e Morrone avrebbero chiuso gli occhi anche su altri lavori realizzati da Verazzo su una sua proprietà: dopo l’abbattimento il geometra, hanno spiegato i militari, costruì non rispettando la volumetria prescritta. Ma il responsabile dell’area tecnica e il vigile nulla avrebbero fatto per sanzionare l’imprenditore e ordinargli di ‘correggere’ l’opera. A difendere gli indagati destinatari dalle misure cautelari sono gli avvocati Ferdinando Letizia, Giuseppe Stellato e Raffaele Gaetano Crisileo.

Licenze ‘facili’ per la Italmat in cambio di stufe, assunzioni e un viaggio di nozze

Un simulatore marittimo più grande rispetto alle dimensioni consentite: per garantire alla Italian Maritime Academy Technologies (Imat) di costruirlo, Carmine Noviello, secondo la procura di Santa Maria, ha formato e firmato atti falsi. La condotta del capo dell’ufficio tecnico avrebbe concesso un ingiusto vantaggio patrimoniale alla società gestita da Rosario Trapanese, permettendole, inoltre, di non corrispondere 150mila euro di oneri concessori.

Il simulatore marittimo

Noviello avrebbe chiesto anche al geometra Giuseppe Russo, dipendente del suo ufficio, in accordo con il maresciallo Francesco Morrone, di modificare i verbali di sopralluogo svolto presso la Imat, presente all’interno del Grand Hotel Pinetamare.

L’obiettivo perseguito da funzionario sarebbe stato quello di evitare che emergessero irregolarità. Noviello, stando a quanto affermato dagli investigatori, attestava inoltre falsamente, in una formale comunicazione trasmessa alla procura “che non si aveva certezza che le opere in corso di realizzazione potessero considerarsi porzione o parte di stralcio del simulatore di navigazione nonostante nelle intercettazioni emergesse chiaramente detta circostanza, omettendo inoltre di rappresentare che i lavori, sebbene fosse stata disposta la sospensione, erano proseguiti”.

Viaggio di nozze e prodotti ittici

In cambio delle presunte azioni illecite del dirigente, Trapanese, stando alle carte dell’inchiesta, ha coinvolto “il fratello nella direzione tecnica dei lavori avviati dall’Imat” e assunto il parente di un suo stretto collaboratore presso la M.P. Security, società legata da importanti contratti di vigilanza privata sempre con l’Imat. Trapaenese avrebbe pure promesso a Noviello di organizzare il viaggio di nozze della figlia (una crociera) e consegnatogli personalmente “un elevato quantitativo di prodotti ittici” e stufe da usare nella sede dell’ufficio tecnico comunale.

Il caso American Palace

Trentamila euro per un certificato di agibilità illegittimo: ad incassare la cifra, sostiene la procura, è stato Carmine Noviello. Al centro della vicenda c’è l’Amaerican Palace. Ulderico Fabozzi, titolare dello stabile situato sulla Domiziana, nel 2010 aveva presentato istanza per ottenere l’agibilità del pianterreno e del primo piano della struttura, adibiti ad attività commerciali, “sul presupposto che difettasse la conformità urbanistica dell’immobile, ovvero che non fosse stata definita l’istanza di condono presentata ai sensi della legge 47/85 (istanza rigettata solo nell’anno 2016)”. Per avere l’ok dall’ufficio, Noviello avrebbe convinto il proprietario della struttura dell’esistenza di una ‘strada facile’: quella via poteva essere percorsa versando 30mila euro.

Agibilità ‘posticcia’

La proposta, stando a quanto accertato dagli inquirenti, fu accettata da Fabozzi e nel febbraio del 2011 arrivò il certificato. II Noviello, hanno ricostruito i militari dell’Arma, rilasciò l’agibilità provvisoria sebbene avesse avuto “piena contezza delle gravi problematiche che sussistevano in relazione alla pratica di condono”.

“Ed infatti – hanno chiarito gli inquirenti – l’immobile oggetto della istanza di condono, come risultava dagli stessi atti adottati dal Noviello in epoca precedente, non era stato ultimato entro la data del primo ottobre del 1983”.

Alla struttura mancavano “le tompagnature perimetrali e il completamento funzionale trattandosi di locali ad uso commerciale e non destinati a residenza, e l’aspetto inerente la possibilità di enucleare in modo autonomo la parte della struttura realizzata in epoca successiva al primo ottobre di 36 anni fa”.

Noviello avrebbe abusato del suo ruolo anche per favorire “indebitamente se stesso o suoi stretti familiari nella trattazione di pratiche edilizie per gli immobili di loro proprietà”.


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