Corruzione, otto arresti tra Capitaneria e dottori

Due in carcere, sei ai domiciliari e 20 obblighi di firma

NAPOLI – Corruzione, indagati dipendenti della Capitaneria di Porto e medici. L’inchiesta è coordinata dalla Procura e condotta dalla capitaneria di porto. L’ipotesi è corruzione per agevolare il rilascio delle certificazioni professionali, o sanitarie richieste per lo svolgimento dell’attività professionale nel settore marittimo. Fin qui la ricostruzione degli inquirenti. Ieri su richiesta del pubblico ministero Henry John Woodcock, titolare del fascicolo con il procuratore aggiunto Sergio Ferrigno, il giudice Federica Colucci ha emesso due ordinanze cautelari in carcere per Giuseppe Ventresino, 61 anni, impiegato del ministero dei trasporti e all’epoca dei fatti in servizio presso l’ufficio Gente di Mare della capitaneria di porto di Napoli. In carcere anche Nicola Moriello, 60 anni, medico all’epoca in servizio presso l’ufficio sanità marittima, residente a Marcianise.

Sei persone ai domiciliari, presunti intermediari: Gaetano Consalvo, 73 anni, Antonio Lubrano Lavadera, 72 anni, il medico Vincenzo Cauterio, 70 anni, in servizio presso l’Inail, Camillo Guarino, 67 anni, Antonio Ciro Assante, alias Franco, 70 anni e Patrizia Gaudino, 62 anni.
Non è tutto. Il giudice ha applicato un divieto di esercizio della professione sanitaria, sia in ambito pubblico che privato, nei confronti di Ugo Felice Civitillo e venti misure dell’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria.

Secondo quanto risulta nella lunga e complessa attività delle forze dell’ordine, sarebbero emerse varie ipotesi di illecito, tra cui, in particolare: in alcuni casi, gli intermediari, in accordo con impiegati della Capitaneria di Porto, avrebbero garantito ai marittimi il conseguimento o il rinnovo di certificati di idoneità professionale, rilasciati dalla Capitaneria di Porto in mancanza dei requisiti previsti per legge.

In altri casi, i marittimi avrebbero conseguito il rilascio di certificazione medica senza che venissero sottoposti alle visite mediche.
Ancora in altri casi, i marittimi avrebbero ottenuto di accedere indebitamente a benefici previdenziali, in seguito al rilascio da parte dei sanitari di falsi certificati di malattia.

Sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti, le attività sopra descritte sarebbero state commesse dai pubblici ufficiali ai quali sarebbe stato corrisposto in alcuni casi il pagamento di somme di denaro, o comunque il versamento di altre utilità.

Ieri mattina la Direzione Marittima della Campania ha reso noto che, su delega del procuratore della Repubblica di Napoli, i militari della Guardia Costiera hanno dato esecuzione al provvedimento di misure cautelari personali (custodia in carcere, arresti domiciliari, obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) ed interdittive (divieto di esercitare la professione sanitaria) emesso dal gip su richiesta della Procura di Napoli – sezione seconda Reati contro la Pubblica Amministrazione, nei confronti degli indagati. Indiziati, a vario titolo, dei reati di corruzione e falso in atti pubblici, alla cui realizzazione avrebbero contribuito pubblici ufficiali dipendenti dell’Ufficio della Sanità Marittima e personale appartenente al ministero delle Infrastrutture, in servizio presso la Capitaneria di Porto di Napoli, nonché personale medico in servizio presso la sede Inail di Napoli, o presso l’Asl nonché marittimi e vari intermediari. Tutte le persone coinvolte potranno rispondere alle accuse e chiarire le loro posizioni nelle prossime fasi dell’inchiesta.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari; i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

Una presenza sospetta al porto alla base delle indagini

NAPOLI – (Domenico Cicalese) – Le indagini hanno preso inizio da un esposto presentato da un dipendente del Gruppo Ormeggiatori e Barcaioli del porto di Napoli il quale segnalava la presenza assidua e costante di Antonio Lavadera Lubrano (finito ai domiciliari) nei pressi della sede dell’Ufficio di Sanità Marittima di Napoli riferendo, inoltre, che l’uomo veniva spesso avvicinato da persone che gli esponevano problematiche collegate alle visite mediche da effettuarsi presso la stessa Sanità Marittima e al tempo stesso gli chiedevano di adoperarsi per risolvere tali problematiche. Con le indagini partite a velocità sostenuta, grazie soprattutto alle intercettazioni, è poi emerso che Lubrano intratteneva frequenti e assidui rapporti con Gaetano Consalvo. In particolare emergeva che anche Consalvo, pur essendo pensionato risultava costantemente presente in maniera del tutto analoga a Lubrano nel porto di Napoli anch’egli era un assiduo frequentatore degli uffici della Sanità Marittima intrattenendo anch’egli rapporti più che assidui con alcuni impiegati della Capitaneria di Porto. Anche in relazione a Consalvo venivano – con inoculazione di captatore informatico – autorizzate intercettazioni telefoniche telematiche che facevano emergere numerosi contatti tra i due e tra i medesimi e alcuni medici

sia appartenenti alla Sanità Marittima che medici specialisti di altre amministrazioni (Inail, Asl, eccetera) i quali venivano interpellati per finalità collegate ad agevolare pratiche sanitarie relative al personale marittimo assistito dagli intermediari. Lubrano e Consalvo sono ritenuti, dall’accusa, protagonisti e registi di un illecito sistema criminoso che consisteva nel pilotare attraverso la propria intermediazione le pratiche sanitarie di numerosi marittimi favorendoli nel conseguimento dell’idoneità alla navigazione e o dei requisiti sanitari necessari per l accesso a prestazioni previdenziali collegate allo stato di malattia. Il tutto in cambio di utilità e o denaro destinati sia loro due che ai medici a compiacenti. Su tutti, secondo la Procura di Napoli, Nicola Moriello, residente a Marcianise, che effettuava visite sia specialistiche sia visite ordinarie al personale marittimo presso l’ambulatorio ubicato all’interno della sede Inail in via San Nicola alla Dogana. L’altro medico era il dottor Vincenzo Cautiero, specializzato in pneumologia, che effettuava visite specialistiche al personale marittimo presso l’ambulatorio ubicato all interno della sede Inail in via Nuova Poggioreale. Consalvo capì che poteva essere nel mirino degli investigatori: il 16 ottobre del 2021 si fece aiutare da una parente a cancellare sia i nomi dei marittimi segnati sulla rubrica del telefono cellulare a lui in uso che la messaggistica WhatsApp intercorsa con gli stessi. In particolare, la sua attenzione si poneva sui marittimi che si erano rivolti a lui per le visite mediche richieste per le idoneità biennali alla navigazione.

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