Covid, giù morti e contagi. Da domani via mascherine all’aperto, paura per la variante Delta

Foto Claudio Peri / Pool Ansa / LaPresse Nella foto: il commissario straordinario, Francesco Paolo Figliuolo e il portavoce del Cts, Silvio Brusaferro

MILANO – Alla vigilia dello stop all’obbligo di indossare le mascherine all’aperto, che decadrà domani, i numeri della pandemia di coronavirus in Italia, che sempre da domani sarà tutta in ‘zona bianca’, continuano a calare: nelle ultime 24 ore 14 morti e 782 nuovi casi. Calano però anche i test e il tasso di positività risale allo 0,56%.

La pressione sugli ospedali scende ancora, con 4 ricoveri in meno in terapia intensiva (ora sono 294) e 28 in meno nei normali reparti (1.743). A preoccupare però ora è la variante Delta: “Temo che ci sarà una diffusione di questa variante in modo generalizzato, anche in Italia, è un destino purtroppo.

Le previsioni sono difficili da fare, ma credo che l’unica cosa da fare sia vaccinare tanto e velocemente, e un tracciamento con un sequenziamento”, spiega a LaPresse il virologo Fabrizio Pregliasco. Che loda la campagna vaccinale: “L’organizzazione degli hub ha permesso una vaccinazione veloce di tutti quelli che lo desiderano. Ora però servirebbe una campagna di vaccinazione 2.0, più di prossimità, per raggiungere chi non l’ha avuto”.

“Sono convinto – dice il generale Figliuolo che per fine settembre raggiungeremo l’80% della platea, ma dobbiamo continuare a vaccinarci. L’esperienza di altri Paesi ci mostra che dopo una certa soglia si fatica poi a trovare vaccinandi, invece dobbiamo continuare e restare almeno sulle 500mila somministrazioni al giorno”. Ma per aumentare la sicurezza, si devono innanzitutto raggiungere gli over 60 che ancora non hanno ricevuto il vaccino: “Sugli over 80 siamo al 97%, sugli over 70 circa all’87%, sugli over 60 siamo a circa l’80%, ci sono dunque ancora un milione e mezzo di persone che andranno cercate”.

Anche per questo, la fine dell’obbligo delle mascherine all’aperto “non è un liberi tutti”, spiega ancora Pregliasco, sottolineando che ora bisogna “sperare nel massimo buon senso dei cittadini”. E se la situazione dovesse tornare a peggiorare, chiarisce il presidente dell’Istituto superiore di sanità e portavoce del Cts Silvio Brusaferro, “potremmo intervenire, anche reintroducendo le misure”.

Ora però a far paura è la variante Delta, per la quale ancora non è chiaro quanto siano efficaci i vaccini in circolazione. Per questo è in corso una sperimentazione allo Spallanzani, “per verificare la risposta alla variante Delta con certezza, e anche per capire quanto dura la copertura, per capire se sia necessaria o meno una terza dose nei prossimi mesi”, dice Francesco Vaia, direttore sanitario dell’istituto romano.

Proprio il Lazio intanto celebra il primato di regione d’Italia con più dosi di vaccino somministrate (88%) in percentuale sulla popolazione totale. La media italiana è dell’83%. Al secondo posto Lombardia, Puglia e Molise con 87, poi Liguria con 86, Friuli, Campania, Abruzzo e Marche con 84. “Grazie alla grande squadra della campagna vaccinale nel Lazio per l’ottimo risultato. Prima regione italiana per dosi somministrate in percentuale sulla popolazione. Ora andiamo avanti: con vaccini e 100% tracciamento. Contro la variante Delta e per tornare a vivere”, commenta il presidente della Regione, Nicola Zingaretti.

Da domani gli italiani tornano dunque a godere di una maggiore libertà, seppur mantenendo il distanziamento: le mascherine all’aperto potranno diventare un ricordo. Questo, sottolinea Figliuolo, grazie all’impegno della maggioranza della popolazione: “Ho visto una bella Italia, un’Italia operosa che si stringe quando c’è da affrontare una sfida e vede che è ben guidata. Gli italiani fin dall’inizio si sono comportati bene, capendo il nemico che avevamo di fronte”.(LaPresse)

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