Cucchi, pm: “Non è un processo all’Arma ma picchi del depistaggio da film dell’orrore”

Le parole del pm Giovanni Musarò

Foto Daniele Leone / LaPresse

ROMA – “Questo non è un processo all’Arma dei Carabinieri, come la difesa di Roberto Mandolini ha insinuato nel corso dell’udienza dell’8 marzo scorso. Per opporsi alla richiesta di acquisizione della nuova documentazione”. Così il pm Giovanni Musarò nel corso della requisitoria nel processo sulla morte di Stefano Cucchi evidenzia quella che considera una “doverosa premessa”

Lo stesso aggiunge: “Questo è un processo contro cinque esponenti dell’Arma dei Carabinieri i quali nel 2009, come altri esponenti dell’Arma, oggi imputati in altro procedimento penale (il riferimento è al generale Alessandro Casarsa, al colonnello Francesco Cavallo, al tenente colonnello Luciano Soligo, al luogotenente Massimiliano Colombo Labriola e al carabiniere Francesco Di Sano, imputati nel procedimento sui depistaggi, ndr.) violarono il giuramento di fedeltà alle leggi e alla Costituzione. Tradendo innanzitutto l’Istituzione di cui facevano e fanno parte”. E lo fecero, prosegue il pm, raggiungendo “picchi di depistaggio inimmaginabili, da film dell’orrore”.

(LaPresse)

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