De Cristofaro: opposizione dura contro l’autonomia differenziata

©lapresse - roberto monaldo
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NAPOLI – Primo giorno di consultazioni per la nascita del nuovo governo. Ieri a colloquio dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella anche il gruppo misto guidato dal senatore campano di Sinistra Italiana Peppe De Cristofaro che nel fare il punto con Cronache ha annunciato la prima proposta dello schieramento: la modifica della legge elettorale.

Oggi (ieri per chi legge ndr) l’incontro con il presidente Mattarella, il Gruppo misto non darà la fiducia al nuovo governo guidato dalla Meloni. Cosa vi preoccupa maggiormente?

La nostra preoccupazione è legata al terreno sociale e dei diritti. Perché pensiamo che le proposte del centrodestra non possano dare risposte reali alle condizioni sociali del Paese che vedono allargarsi a dismisura la forbice tra una piccola parte di cittadini sempre più ricca e una grande parte sempre più impoverita. Ci sarebbe bisogno di dare risposte su questo terreno partendo dalla redistribuzione della ricchezza. Ci preoccupa che il centrodestra non sia in grado di dare risposte, così come ci impensierisce la crisi energetica. In questo caso siamo convinti che il Parlamento dovrebbe mettere all’ordine del giorno la tassazione degli extraprofitti delle società energetiche che in questi due anni hanno speculato sulla pelle delle persone e pensiamo che il modo più rapido per dare risposte sarebbe recuperare quei 40 miliardi di euro dall’extraprofitto. Sebbene siamo all’opposizione, laddove il centrodestra, ma ne dubito, dovesse presentare provvedimenti di questo tipo, li sosterremmo. Siamo inoltre preoccupati dal fatto che la prima proposta di legge del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri sia quella di modificare la 194 relativa al diritto di una donna ad abortire. Diritti acquisiti negli anni attraverso dure battaglie e che non devono essere toccati. Siamo preoccupati che si possano minare i diritti di tutte le minoranze.

Con il Capo dello Stato avete anche discusso di legge elettorale, perché è tanto importante?

E’ stata la prima cosa che abbiamo detto al presidente Mattarella è che presenteremo una proposta per cambiare la legge elettorale. Il centrodestra è netta maggioranza in Parlamento perché ha il 60 per cento dei parlamentari, ma li ha a fronte del solo 43 per cento dei voti reali del Paese. Tutto in virtù di questa legge elettorale con le liste bloccate che ha ampliato la distanza tra gli eletti e gli elettori, una norma non democratica. Pensiamo che la prima cosa da fare sia presentare una legge elettorale proporzionale e chiederemo al Parlamento di esprimersi su questo. Non dovremmo essere gli unici a preoccuparsi per la crescita esponenziale dell’astensionismo, 6 milioni in più rispetto al 2018 non sono andati a votare, e sono specialmente i più poveri. La nostra non deve diventare una democrazia di censo, con la partecipazione alla vita pubblica solo di chi sta economicamente meglio.

Che pensa di questo avvio di legislatura tra le polemiche per le dichiarazioni di Berlusconi e un centrodestra già traballante? Dopo quanto accaduto pensa che Tajani agli Esteri sarebbe un problema?

Rispetto a quello che sta succedendo nel centrodestra con Berlusconi, abbiamo voluto ricordare che il 5 novembre ci sarà la manifestazione per la pace. Noi di Sinistra italiana abbiamo sempre avversato la linea di inviare le armi all’Ucraina, gli unici a votare contro l’invio, ma distinguiamo tra aggressore e aggredito. Gli amici di Putin non sono da cercarsi tra le fila pacifiste ma tra le fila del centrodestra. Nessun accenno al resto.

Il ruolo del Mezzogiorno è a rischio considerata la presenza della Lega che punta ad approvare l’autonomia differenziata?

Ovviamente faremo opposizione netta su questo, perché l’autonomia differenziata è lesiva delle popolazioni del Sud Italia. Noi siamo in radicale disaccordo nel farla diventare legge dello Stato.

Su cos’altro misurerete questo governo?

Anche su come farà i conti con la storia. Un partito postfascista assume le redini del governo, speriamo possa esserci un’evoluzione in senso democratico, ma lo misureremo di volta in volta e non faremo nessuno sconto.

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