Del Vecchio: “Dignità forense, una squadra unita per l’Ordine”

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Del Vecchio: "Dignità forense, una squadra unita per l'Ordine"

CASERTA – Il gruppo “Dignità forense”, che guida il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Santa Maria Capua Vetere, si ripresenta alle elezioni (i circa 3500 iscritti potranno votare il 30, 31 gennaio e 1, 2, 3 e 4 febbraio, dalle 9 alle 15, nei locali della Fondazione Fest di via Lussemburgo a Santa Maria Capua Vetere) con l’ex segretario Angela Del Vecchio come capolista: sarebbe il primo presidente donna per il Foro sammaritano. La Del Vecchio espone a “Cronache” il bilancio del mandato che sta per concludersi e le intenzioni per il prossimo quadriennio. 

Con quale spirito chiedete il voto agli avvocati? 

Anzitutto insistiamo sul voto di lista: dare il consenso a tutti i 14 candidati garantisce governabilità e stabilità. Il programma elettorale va attuato e votato: ogni punto passa attraverso una delibera dell’organo consiliare e se si ha un Consiglio sereno si può lavorare. Purtroppo è il nostro stesso regolamento nazionale a creare maggioranza e minoranza, dato che si possono votare solo 14 componenti sui 21 totali. Abbiamo tenuto tanti incontri sui territori: da quando abbiamo perso le sezioni distaccate e la creazione del tribunale di Napoli Nord ha depotenziato Santa Maria Capua Vetere, abbiamo un’attenzione particolare in questo senso. Adesso il Consiglio delibererà anche l’istituzione delle commissioni, proprio  per tenere vicini i colleghi. Vanno supportati anche gli uffici del giudice di pace: sono altrettanti presìdi di legalità. Proprio in questo settore, il Consiglio spesso interviene anche sostituendosi alle amministrazioni locali: se l’ufficio non funziona per carenza di personale, chiediamo di mettere a disposizione addetti. A Teano in particolare abbiamo trovato la soluzione al problema del personale e ottenuto la riapertura dell’ufficio. 

Lei ha già sfiorato l’elezione a presidente nel 2015, quando fu la più votata dagli avvocati, ma poi l’intesa che prevedeva di eleggere alla guida del Consiglio chi aveva ricevuto più consensi saltò. Come ricorda quella esperienza?

Nel 2015, per quanto sia assurdo, era difficile accettare che una donna potesse presiedere il Consiglio dell’Ordine. O meglio, forse il gruppo non era ancora pronto, mentre la classe forense lo era, visto che 1200 votanti su 2400 si espressero per me. Sono stata segretario dell’Ordine dal 2012 al 2017: mantenevo io il rapporto con il Foro, rappresentavo l’istituzione, su delega del presidente Alessandro Diana e del Consiglio, curavo i rapporti con gli altri Ordini, presenziavo ai congressi nazionali. L’8 gennaio del 2016 la maggioranza del Consiglio non rispettò l’accordo scritto per eleggere presidente chi avrebbe conseguito più voti: tutti riconobbero la mia forza elettorale e mi diedero atto del mio percorso, ma mi dissero semplicemente che non mi volevano come presidente. 

Che giudizio dà del mandato espletato dall’attuale Consiglio e cosa farete in caso di affermazione elettorale?

Da 6 anni e mezzo sono fuori dal Consiglio dell’Ordine, ma da 15 anni sono a disposizione della classe forense. Abbiamo ottenuto un delegato alla Cassa forense con Patrizia Manna: non succedeva da 14 anni. Abbiamo un referente anche nell’Ocf, l’organo politico di rappresentanza dell’avvocatura nazionale, nella persona di Ottavio Pannone. Questa nomina è arrivata durante il congresso nazionale nel quale l’Ordine di Santa Maria Capua Vetere ha fatto approvare due mozioni. Potenzieremo il programma già manifestato un anno e mezzo fa: abbiamo fatto un lavoro enorme, ma ovviamente non abbiamo completato il programma in così poco tempo. Le nostre difficoltà sono state aumentate dalla gestione dei commissari, che hanno compiuto un atto di straordinaria amministrazione come la transazione con il Comune di Santa Maria Capua Vetere per i canoni di locazione chiesti alla Fondazione Sticco; ad avallare l’accordo è stato il presidente in proroga della Fondazione Franco Buco. Questo atto ci ha portato una passività di bilancio di oltre 300mila euro, per cui non abbiamo potuto assumere un collaboratore interinale. Il contenzioso andava avanti da una decina d’anni e avrebbe anche potuto vederci vittoriosi: avevamo buone possibilità, secondo quanto ci prospettavano i nostri avvocati. Oltretutto, la Fondazione ha eseguito dei lavori negli immobili del Comune e avrebbe quindi potuto a sua volta vantare pagamenti. A causa della carenza di organico, i 14 consiglieri hanno dovuto affiancare l’impiegato in segreteria per fare tutto, dalle fotocopie alle pratiche. In un anno e mezzo i consiglieri hanno evaso 3000 gratuiti patrocini, 2500 riconoscimenti di crediti formativi, oltre 70 pareri. L’Adr, organismo di media conciliazione dell’Ordine, era completamente fermo e con questo Consiglio è rinato dopo due anni di blocco: bene, le fatture le hanno stilate i consiglieri, perché l’impiegato era andato in pensione. Ricorrendo a un consulente avremo speso 5 euro a fattura. Quest’anno sicuramente faremo un’assunzione, perché dobbiamo potenziare l’organico e abbiamo cercato anche personale da altri Consigli dell’Ordine, attraverso una procedura di mobilità. Abbiamo trovato un arretrato assurdo, ma il nostro obiettivo principale è dare serenità al Foro. Oltre all’ordinario, che i consiglieri hanno evaso in maniera brillante, è stato deciso anche l’acquisto di un’app, gratuita per tutti i colleghi, che offre servizi come prenotazioni in cancelleria, acceso ai portali della giustizia e ai Codici. 

E sulla formazione, elemento sempre più importante per gli Ordini professionali?

Fra l’altro abbiamo organizzato un convegno al quale hanno partecipato Raffaele Piccirillo, all’epoca capo di gabinetto del ministro della Giustizia Marta Cartabia, e Antonio Corbo, responsabile della formazione dei giudici della Cassazione. Il rilancio dell’immagine dell’avvocatura sammaritana passa soprattutto attraverso momenti di livello nazionale come questi. E ci saranno anche altri eventi del genere: abbiamo organizzato il corso per negoziatore della crisi d’impresa e ovviamente curiamo anche la formazione continua, in collaborazione con il nuovo Cda della Fondazione. Con noi ci sono colleghi provenienti da altri gruppi e che oggi si candidano con noi. Chi lavora e dà il proprio contributo non ha difficoltà con “Dignità forense”. 

Negli ultimi tempi il Consiglio ha interloquito pubblicamente con il presidente del tribunale Gabriella Casella…

Il rapporto con la presidenza del tribunale era completamente assente, c’era un vuoto: è stato ripreso. Il rapporto istituzionale deve esserci, il peso dell’avvocatura si deve percepire e il nostro presidente Ugo Verrillo ha interagito con il presidente del tribunale con un dialogo costante e continuo su tutti i problemi. Per l’ufficio del giudice di pace di Santa Maria Capua Vetere, ad esempio, Ordine e presidente del tribunale hanno chiesto personale al ministero della Giustizia. I problemi del tribunale sono stati comunicati anche agli ispettori ministeriali in un tavolo con il presidente Verrillo: abbiamo raccolto le segnalazioni dei colleghi con uno sportello per denunciare le criticità. Se gli avvocati ce ne daranno la possibilità, cercheremo di proseguire su questa strada. Il Consiglio è animato da uomini e donne che non hanno aspirazioni politiche o personali. Io non ho voluto ruoli finora; se vuoi fare, puoi fare tantissimo comunque. 

Ci presenti la nuova lista di Dignità forense.

Oltre alla sottoscritta, si candidano Antonio Mirra, già consigliere dell’Ordine e presidente e direttore scientifico della Fondazione; Bruno Amirante, che proviene da un altro gruppo ma ha fatto un ottimo gioco di squadra lavorando tanto e ora si candida con noi; Laura Catalioti, consigliere uscente con delega alla segreteria: Gianmarco Carozza, delegato alla Formazione; Marisa De Quattro, tesoriere uscente; Crescenzo Di Tommaso, che si è occupato delle problematiche del giudice di pace; Paolo Falco, delegato ai rapporti con il tribunale penale; Tiziana Ferrara eMarco Gentile segretari uscenti, Maria Conforti e Loredana Palumbo, relatrici delle due mozioni al congresso nazionale; Claudio Petrella,  membro dell’organismo di media conciliazione, e Antonio Spallieri, che questo stesso organismo lo ha diretto. Vanno poi ricordati gli uscenti che non si ricandidano: il presidente uscente Verrillo, che ha portato serenità ed equilibrio nel Consiglio ed è stato disponibile 24 ore su 24; Emilia Borgia, già vicepresidente e attuale membro del Consiglio distrettuale di disciplina; Pasquale Romano, già delegato alle problematiche del giudice di pace e della sezione Lavoro; Rosaria Zema, delegata alle istanze di riconoscimento dei crediti formativi.

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