Di Maio: l’Italia ci piace tutta. Salvini, deluso da chi ci vuole a casa

Roma – Il governo sarà pure compatto, ma sempre più spesso Lega e M5S se le cantano di santa ragione. Il botta e risposta tra le due forze che reggono il fardello della maggioranza è ormai quotidiano, ogni volta che qualche big apre bocca, nella controparte scatena una reazione uguale e contraria che a lungo andare sta logorando il rapporto di collaborazione.

L’ultimo caso in ordine di tempo è quello di Giancarlo Giorgetti, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio che, in un convegno pubblico, aveva mosso critiche al reddito di cittadinanza, arrivando a dire che questa misura “piace all’Italia che a noi non piace”, alludendo al carattere di assistenzialismo che potrebbe assumere senza un piano preciso di formazione e reinserimento nel mercato del lavoro. In poche parole, senza che sia stata attuata la riforma dei centri per l’impiego. Queste parole hanno scatenato un putiferio nel Movimento 5 Stelle, anche se pubblicamente si è vista solo una minima parte dell’indignazione – per usare un eufemismo – di Luigi Di Maio e i suoi.

La reazione ufficiale è stata affidata proprio al capo politico dei pentastellati

Di Maio non ha offerto un calumet della pace al sottosegretario leghista. “Io il contratto l’ho firmato con Salvini e in quell’accordo ci sono il reddito di cittadinanza, le pensioni minime più alte, gli aiuti ai lavoratori“.

Se non è il sequel del ‘Giorgetti chi?’ di renziana memoria, poco ci manca

A me l’Italia piace tutta, non c’è una che non mi piace“, affonda il colpo il ministro dello Sviluppo economico, utilizzando anche esempi culinari: “Mi piace il risotto alla milanese e la pizza napoletana“.

Ecco perché, bacchetta il collega di governo, “dire che il reddito di cittadinanza piace a chi non non ci piace, significa dire che non ci piacciono le persone in difficoltà. Noi siamo stati eletti per aiutare anche le persone che non stanno bene“.

Un messaggio forte e chiaro, che a distanza di poche ore Matteo Salvini dimostra di aver colto

A me piace tutta l’Italia che aiuta gli ultimi e quello che c’è nel contratto di governo io lo rispetto, perché siamo uomini di parola“, dichiara urbi et orbi il leader del Carroccio, proprio a margine di un’iniziativa del suo partito. E a chi gli chiede se sia d’accordo con Giorgetti, replica duramente ma senza per forza schierarsi con l’una o l’altra parte: “Io sono d’accordo con quello che ho firmato”.

L’accordo con i Cinquestelle, dunque, resta e si porta avanti

Leggo i giornali e mi diverto un mondo, vorrebbero mandarci a casa domani mattina, ma rimarranno delusi“. Sono in molti, però, a chiedersi quanto reggerà questo sodalizio. Perché i rumors sulla possibilità che, sull’altare dell’accordo con Bruxelles per evitare la procedura di infrazione Ue, a essere sacrificata dalla manovra potrebbe essere la cancellazione della legge Fornero e l’introduzione di quota 100. Un boccone che Salvini mai e poi mai manderebbe giù. Così la contromossa spetta a Di Maio, il quale, nel gelo dell’Abruzzo, ribadisce in diverse occasioni che l’intesa con l’Europa esiste solo se “potremo mantenere le promesse con gli elettori”, dunque reddito e pensioni di cittadinanza più quota 100, “o per quanto mi riguarda non ci sarà nessun accordo”.

Altri colpi di coda significativi di giornata arrivano dal M5S

Il capogruppo alla Camera, Francesco D’Uva, smentisce rimpasti di governo e assicura che si tornerà alle elezioni, in caso di rottura con la Lega.

Di Maio si riserva la zampata in difesa del ministro della Salute, Giulia Grillo

Si sta muovendo, ha mandato a casa il Consiglio superiore della sanità, per questo viene attaccata e dicono che è sempre in bilico. Sperano che vada a casa, ma più la attaccano e più avrà il nostro sostengo“.

La partita è aperta, dunque, e il clima in campo sembra sempre molto caldo. (LaPresse)

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