Di Maio: reddito di cittadinanza il prima possibile. Si parte con il ‘decreto dignità’

Il ministro del Lavoro annuncia l'agenda di governo per rilanciare l'economia. Si cambia registro: al centro dell'azione politica ci saranno i diritti e la dignità dei cittadini. Prime misure per aprire la strada al reddito di cittadinanza

Luigi Di Maio
Luigi Di Maio

ROMA – “Reddito di cittadinanza il prima possibile”: Luigi Di Maio lo ha detto questa mattina illustrando  i quattro punti fondamentali del nuovo ‘decreto dignità’ che ha intenzione di varare. “Da questo nuovo decreto partiamo per ristabilire un principio che in questi anni è stato calpestato: il cittadino al centro. Nella legge di bilancio di quest’anno si dovrà avviare il fondo per il reddito di cittadinanza, in modo da renderlo operativo il prima possibile. Non è possibile che ci sia gente che non riesce a campare mentre c’è chi percepisce pensioni d’oro e vitalizi. La dignità dei cittadini deve tornare al primo posto e tutti i nostri poteri al governo del Paese li useremo in quest’ottica e nell’interesse esclusivo degli italiani”.

‘Decreto dignità’ per arrivare al reddito di cittadinanza

“Chi prende soldi pubblici poi non può andare all’estero”, per Luigi Di Maio sarà questo uno dei quattro punti cardini del cosiddetto ‘decreto dignità’ che prelude al reddito di cittadinanza. Il ministro del Lavoro, detta così l’agenda del prossimo futuro. Intervenendo in Parlamento ha elencato i quattro punti principali di quella che sarà la sua prima azione tecnico-politica. E quella delle delocalizzazioni è una delle battaglie fondamentali. Il pensiero corre inevitabilmente alla Fiat e all’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, che benedisse il trasferimento di parte della Fiat negli Usa, dopo decenni di incentivi da parte dello Stato italiano di cui l’azienda degli Agnelli ha beneficiato.

Di Maio: ristabilire i diritti sociali

“Il primo decreto che farò come ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico – ha detto Di Maio – si chiamerà ‘decreto dignità’. Servirà solo ed esclusivamente per ristabilire i diritti sociali dei cittadini. In questi anni, con la scusa dell’urgenza, sono stati fatti decreti per tutto e per il contrario di tutto. Fondamentalmente però sono sempre stati decreti che servivano per fare gli interessi dei partiti o dei loro amici. Pensiamo ad esempio ai decreti banche che hanno salvato delle posizioni di rendita e hanno massacrato i risparmiatori. Il tempo in cui lo Stato si comportava in questo modo è finito”.

Addio spesometro e studi di settore

Il primo punto del decreto dignità: per le imprese elimineremo lo spesometro, redditometro e studi di settore. L’era della martirizzazione degli imprenditori è finita. Ora gli imprenditori avranno lo Stato dalla loro parte. Secondo punto: disincentivare le delocalizzazioni. Chi prende fondi pubblici non può andare all’estero. Se lo Stato ti dà una mano il lavoro lo devi creare in Italia e devi dare lavoro ben retribuito e tutelato ai lavoratori italiani.

Precarietà e gioco d’azzardo

Al terzo punto c’è la lotta alla precarietà. Il Jobs Act è andato nella direzione dell’eliminazione di diritti e tutele, noi faremo esattamente l’opposto. Il quarto e ultimo punto: stop alla pubblicità del gioco d’azzardo. “La ludopatia – dice Di Maio – è ormai una piaga che ha segnato profondamente migliaia di famiglie italiane e intendiamo sanarla in maniera risoluta. Così come è vietata la pubblicità delle sigarette, sarà vietata quella del gioco d’azzardo. Entrambi nuocciono gravemente alla salute dei cittadini”.

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