Disastro a Casamicciola. Un fiume di denaro speso per nulla: sull’isola verde tragedia annunciata

Vent’anni di frane e terremoti, contro l’abusivismo solo un condono

NAPOLI – Quella di Casamicciola è la più annunciata delle tragedie. Frane, terremoti, vittime, feriti, dispersi, sfollati. Poi le chiacchiere della politica, il cordoglio, lo scaricabarile, le grandi promesse che restano tali. Fino alla tragedia successiva. La frana dell’aprile 2006 costò la vita a 4 persone, un cuoco e le sue tre figlie, tre anni più tardi, novembre 2009, Casamicciola fu investita da uno smottamento dal monte Epomeo. Fiume di fango, auto in mare, una vittima di 15 anni. Le stesse immagini drammatiche di ieri con 13 anni di anticipo. “Finché non si fa manutenzione e messa in sicurezza continueremo a dover subire questo genere di situazioni”, disse allora Giosi Ferrandino, sindaco di Ischia. “Dopo l’episodio del 2006 non ha mosso un dito”, fu la replica dell’allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Entrambi hanno fatto carriera, con il primo diventato europarlamentare e il secondo che di incarichi ne ha collezionati tanti. Ma nulla è cambiato. Si parlò, allora come oggi, di abusivismo edilizio, della necessità di interventi, di piani straordinari contro il dissesto idrogeologico. Nei fatti, però, si passa semplicemente da una tragedia all’altra, senza che niente venga risolto. Casamicciola, oltre ad essere un territorio a rischio frana, vive da sempre l’incubo dei terremoti. Dalla catastrofe del 1883 con oltre duemila vittime e la città completamente distrutta, a quello del 21 agosto 2017: 2 vittime, 42 feriti e danni enormi al patrimonio edilizio. Anche in questo caso pioggia di promesse, sfilata di politici, da Giuseppe Conte a Matteo Salvini (“elimineremo le macerie e faremo la ricostruzione”), il piano di ristrutturazione edilizio mirabolante e milioni su milioni messi a disposizione dal governo nazionale e dall’Europa. Risultati? Zero. L’unità predisposta dalla Regione per preparare il progetto di rilancio dell’isola si è insediato il mese scorso, dopo oltre 5 anni dal sisma. E ora si ricomincia, di fatto, da capo. Il governo nel primo decreto utile stanziò 7 milioni per assistere gli sfollati e altri 30 per ricostruire Casamicciola e i comuni limitrofi. In realtà trovare alloggio agli evacuati è costato allo Stato per 3 anni 14 milioni di euro, con i primi soldi sbloccati solo nel 2019. Sono diventati di più, molti di più. Non è cambiato molto oggi, evidentemente. Per contrastare l’abusivismo, la politica nazionale si è limitata a varare un maxi condono nel 2018, con il decreto Genova che ha provocato per altro la prima grande frattura all’interno del Movimento 5 Stelle, allora al governo con la Lega. Eppure quello delle costruzioni illegali, in zone considerate ad altissimo rischio di terremoti e frane, è un problema di cui si parla da decenni. E che costa vite umane. Nessun governo, da quelli guidati da Silvio Berlusconi in poi, ma si può tornare serenamente ancora più indietro nel tempo, ha trovato soluzioni. Qualcuno ha puntato il dito sugli stessi residenti, accusati di non partecipare alle procedure (spesso complicatissime) messe a disposizione dalle istituzioni per ricostruire e sanare, o addirittura di non correre ai ripari per mera convenienza economica. Non è una giustificazione. Lo Stato ha la responsabilità di far rispettare la legge, di garantire la legalità e di tutelare, innanzitutto, la vita umana. Costi quel che costi. E invece se n’è lavato le mani. Decennio dopo decennio. Le cartografie dei Piani di Assetto Idrogeologico riportano valori di pericolosità da frana molto elevati per la zona di Casamicciola, hanno spiegato dal Cnr, volta per volta, ricordandolo anche dopo l’apocalisse della notte scorsa. Una situazione critica evidente, conosciuta da tutti. Oggi la politica riparte con le passerelle, quando dovrebbe invece interrogarsi su come ha gestito le risorse che ha investito, su quello che poteva fare e non ha fatto. Nel dossier terremoti del 2022 messo a disposizione del Parlamento è stato fatto il punto sui soldi stanziati per il post terremoto: 4,95 milioni di euro per l’anno in corso a seguito della cessazione dello stato di emergenza, 78,76 milioni di euro per la ricostruzione, incrementati di 20 milioni per ciascuno degli anni 2019-2021, 1,4 milioni per l’anno in corso per la struttura del commissario straordinario Giovanni Legnini e altre migliaia di euro per lo smaltimento rifiuti e assunzioni varie. Un fiume di denaro pubblico messo a disposizione. Per ritrovarsi ancora cercare dispersi e piangere vittime, parlando di eventi eccezionali e imprevedibili. Sarebbe meglio smetterla. E fare qualcosa. Per davvero. Il governo di Giorgia Meloni ha l’occasione, proprio a Casamicciola, di dimostrare di essere diverso da quelli che l’hanno preceduto.

“Negligenze che costano vite umane”

Un fiume di soldi che ha lasciato posto all’ennesimo fiume di fango. La tragedia di Ischia è quella della mancata prevenzione, della polvere messa sotto il tappeto. “E’ lo specchio drammatico di un territorio dove ai fatti e alle grandi opere si sono preferite le parole di cordoglio e le passerelle ipocrite. Sarebbe paradossale, oggi, limitarsi a prendersela con le piogge. Quanto accaduto stanotte è la conseguenza inevitabile di decenni di mancati interventi strutturali di prevenzione del dissesto idrogeologico e dei frequenti incendi di macchia mediterranea, che hanno fortemente compromesso la staticità di un territorio già fragile”, ha detto l’europarlamentare Piernicola Pedicini (a sinistra). “Una negligenza perpetrata in un’area caratterizzata da sempre da cementificazione selvaggia e abusiva. E non può essere una casualità se oggi a Ischia contiamo il terzo evento franoso in poco più di 15 anni, che ha provocato morti e feriti. Mentre, a un quarto di secolo dalla peggiore alluvione che la storia della Campania ricordi, i cittadini di Sarno e Quindici ancora tremano quando viene giù un temporale. La mia vicinanza va oggi ai familiari delle vittime e ai tanti sfollati, nella speranza che le persone attualmente disperse vengano al più presto messe in salvo. Ci si concentri sui soccorsi, ora, ma si lavori fin da subito perché le nostre terre siano messe in sicurezza e non si debba più assistere a tragedie del genere”. ha aggiunto. “Solo per Ischia si è voluto un condono per edifici abusivi costruiti in aree a rischio idrogeologico e sismico, con la beffa che sono i soldi pubblici a pagare la ricostruzione. Sono 28mila le richieste ‘ufficiali’ di sanatoria edilizia: nei soli comuni di Casamicciola Terme e Lacco Ameno, che contano circa 13mila abitanti, le pratiche di condono sono oltre seimila, una su due abitanti. E’ arrivato il momento di dire. Stop ai condoni edilizi”, ha detto Angelo Bonelli, leader dei Verdi. Tutto vero. Ma il centrosinistra ha governato per anni. E il fiume di fango non è stato evitato. Perché sono stati stanziati soldi che non sono stati utilizzati per la prevenzione. E di questo la politica dovrà rendere conto. “Il Parlamento europeo è vicino a tutti gli ischitani in questo triste giorno. I miei pensieri vanno alle famiglie e agli amici delle vittime e a tutte le persone disperse”, ha fatto sapere la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola (a destra, foto Lp). L’Ue non si è tirata indietro nel dare supporto. L’Italia dovrà spiegare perché ha fallito. Soprattutto a chi in queste ore piange i suoi cari.
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