Dl Covid, stretta fino a maggio: ma si potrà rivedere le misure in base ai dati

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse 24 Dicembre 2020 Roma (Italia) Cronaca : Roma vuota durante il lockdown di Natale Nella Foto : Colosseo Photo Cecilia Fabiano/LaPresse December 24 , 2020 Roma (Italy) News: Rome empty during the Christmas lockdown In the Pic : Coliseum

ROMA (Antonella Scutiero) – L’Italia resta in rosso e arancione sino a fine aprile, con l’unico allentamento delle misure che – per ora – riguarda la scuola. Anche se dopo Pasqua sarà possibile valutare eventuali riaperture con una deliberazione del Cdm, se i numeri dei contagi e l’andamento del piano vaccinale lo consentiranno. E’ questa la mediazione raggiunta nel corso della riunione del Consiglio dei ministri tra i rigoristi e gli aperturisti guidati dal pressing leghista che, alla fine, accontenta tutti. Perché se il centrodestra grida alla vittoria perché, dice la Lega di Matteo Salvini, sono state accolte le richieste per cui “ad aprile già alcune zone potrebbero tornare gialle”, e da FI trapela “soddisfazione”, il centrosinistra frena, con il ministro in quota Pd, Andrea Orlando, che fa notare come “la procedura è sostanzialmente quella di sempre, non c’è nessun automatismo. Se i numeri migliorano si valuta un allentamento”. E un rigorista doc come Roberto Speranza si dice “soddisfatto” per un decreto “che mette la tutela della salute al primo posto”, perché “vincere la battaglia sanitaria è la premessa per la vera ripartenza del Paese”.

Nel mezzo ci sono le due ore e mezza del Cdm, ma anche giorni di pressing del leader leghista, che venerdì scorso aveva minacciato di non votare il provvedimento se non fosse stato esplicitato un chiaro impegno per le riaperture. Nell’immediata vigilia della riunione, fanno sapere dal Carroccio, ci sono stati “ripetuti” contatti con Draghi, e un faccia a faccia con il ministro della Salute. Nessuno screzio, viene assicurato, ma il richiamo alla necessità di seguire esclusivamente i dati nelle decisioni che devono essere, aveva lamentato Salvini puntando il dito contro l’esponente Leu, su base “scientifica” e non politica”. Una linea su cui, nel corso della riunione, si sono trovati d’accordo anche Forza Italia e Italia viva. Decisamente prudente la posizione dei ministri ‘rigoristi’, preoccupati che l’allentamento delle restrizioni con una nuova ondata di contagi possa mettere a repentaglio la campagna vaccinale su cui invece bisogna accelerare a tutti i costi. Una posizione difesa, oltre che dal ministro Speranza, anche da Dario Franceschini, arrivato a battibeccare con il premier, che invece aveva da subito chiarito la disponibilità a rivedere “anche in corsa” le misure.

Tutto dunque starà ai dati della prossima settimana, quando intanto torneranno in presenza anche in zona rossa nidi, asili, elementari e prima media, con una novità: contrariamente a quanto accaduto finora i governatori non potranno richiudere le classi con singole iniziative più restrittive. Ma l’obiettivo, ribadiscono da palazzo Chigi, è riportare tutti in classe al più presto. Il decreto prevede poi la non punibilità dei vaccinatori quando hanno agito seguendo le procedure corrette previste per la somministrazione del vaccino e, quindi, l’uso è avvenuto in conformità con le indicazioni contenute nelle circolari pubblicate sul sito del ministero e nel ‘foglietto illustrativo’. Ma la novità più rilevante sembra essere l’obbligo di vaccinazione per tutti gli operatori sanitari che svolgono la loro attività nelle strutture pubbliche e private, in farmacie, parafarmacie e studi professionali. Il lavoratore che rifiuterà di vaccinarsi potrà essere adibito se possibile ad altre mansioni – anche inferiori – che non comportino rischi di diffusione del contagio. Se non dovesse essere possibile, la sospensione prevederà anche lo stop per la retribuzione.

(LaPresse)

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