Droga, il figlio del ras del clan dei Casalesi rischia 18 anni

Gaetano Diana è accusato di aver partecipato alla gang di spacciatori guidata da Fusco

CASAL DI PRINCIPE – Associazione a delinquere finalizzato allo spaccio di droga, la Procura distrettuale di Napoli ha chiesto la condanna per Gaetano Diana, figlio del ras Elio, esponente del clan Schiavone, e Bixi Ergon, albanese, ma da anni residente nell’Agro caleno. I pm Maurizio Giordano ha invocato per i due, assistiti dai legali Alfredo Santacroce e Raffaele Russo, 18 anni a testa. A valutare le posizioni è il giudice Luciana Crisci del Tribunale di S. Maria Capua Vetere. L’inchiesta che ha trascinato Diana e Bixi a processo ha già fatto scattare altre condanne in primo grado: Stefano Fusco, ritenuto capo promotore dell’organizzazione criminale specializzata a smerciare narcotici, ha rimediato 20 anni. Sono stati dichiarati colpevoli anche Teresa Vitolo, il fratello Pasquale, Michele Fusco, Antonio Nespoli, Antonio Merola e altri cinque imputati. A differenza di Diana e Bixi, gli undici avevano scelto di affrontare il processo con rito abbreviato ed ora, metabolozzato il primo grado, sono a giudizio dinanzi alla Corte d’appello di Napoli.

L’attività investigativa nel luglio 2019 sfociò in 10 misure cautelari: accese i riflettori sull’azione del gruppo che avrebbe diretto Fusco tesa a controllare la piazza di spaccio che vedeva il suo epicentro a Vitulazio e si estendeva in tutto l’Agro caleno.

Stando alla tesi della Procura, la compagine aveva stretto rapporti pure con esponenti del clan dei Casalesi per l’approvvigionamento di grosse partite di droga provenienti dall’estero sfruttando contatti con alcuni cittadini albanesi.

Gli inquirenti sostengono, inoltre, anche che la compagine aveva nella sua disponibilità di armi.
Conclusa la requisitoria del pm Giordano, nelle prossime settimane i legali Russo e Santacroce terranno le loro arringhe a difesa dei propri assistiti Diana ed Ergon.

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