Elezioni a Napoli, l’unità del centrosinistra frena la corsa di Catello Maresca

Comunali. Il sostituto procuratore spetta di conoscere l’avversario e la coalizione di Pd, M5S, Leu e deluchiani. Lega e Forza Italia senza alternative, non hanno validi per sostituire il pm. I meloniani pronti a correre da soli

NAPOLI – L’unità del centrosinistra frena l’aspirante sindaco di Napoli Catello Maresca. In questi giorni di stand-by forzato della politica, le festività pasquali hanno congelato la dialettica tra i partiti, il sostituto procuratore di Napoli ha portato a termine una ricognizione tra i suoi sostenitori più fedeli e tra i possibili alleati civici. Ha contato le forze il pm anticamorra, arrivato al giro di boa di aprile è tempo di bilanci.

E’ emerso un dato, tutti si sono chiesti ed hanno chiesto: “Chi sono gli avversari?”. In questo momento è una domanda da un milione di dollari, eppure in quel del centrosinistra il puzzle fatto di litigi e divisioni va ricomponendosi, anche se a fatica. Pd, M5S, Vincenzo De Luca e i partiti minori sembrano aver trovare un minimo comune denominatore per la sfida elettorale partenopea. Il nome dell’ex ministro dell’Università Gaetano Manfredi ha trovato ampie convergenze da parte di tutti. Non è una certezza, l’equilibrio a quel tavolo è molto delicato e basta un nonnulla a romperlo. Ma la strada per l’unità il centrosinistra sembra averla imboccata. E questo fatto ha cristallizzato la posizione di Maresca e quella dei suoi potenziali alleati. Tanti civici che si sono avvicinati in questi mesi al giudice, infatti, con un’offerta politica unitaria e ‘a la Manfredi’ potrebbero ritornare sui propri passi abbandonando la nascente coalizione del sostituto procuratore di Napoli.

Lo stesso Maresca, poi, puntava molto sulle lacerazioni degli avversari. Insomma, la sua strategia ha subito una brusca frenata e ci starebbe seriamente ripensando. Candidarsi a sindaco vorrebbe dire stravolgere la sua carriera da togato, la decisione politico-personale non è così semplice. A pagare lo scotto di queste vicende sono i partiti del centrodestra. Su tutti, Lega e Forza Italia, che avevano investito tutte le loro speranze nel magistrato. Fermi in un limbo, il Carroccio e gli azzurri hanno già tanti problemi: il magistrato non ha mai espresso pubblicamente la volontà a candidarsi e, non solo, non ha mai aperto loro le porte della coalizione. Oggi potrebbero ritrovarsi senza nemmeno l’ipotesi di un candidato.

I salviniani di Severino Nappi per ora non hanno nemmeno la bozza di una lista, mentre i forzisti rischiano l’implosione visto il perdurare di una faida ormai eterna tra Stanislao Lanzotti, Fulvio Martusciello, Domenico De Siano, Armando Cesaro, Stefano Caldoro. Diversa la posizione di Fratelli d’Italia. I meloniani, da mesi, ripetono che per loro il simbolo è irrinunciabile ed hanno messo sul tavolo del centrodestra il nome di Sergio Rastrelli, unico candidato sindaco ufficialmente disponibile. L’unità del centrodestra per FdI non è più una condizione necessaria, si può andare anche da soli e non solo a Napoli, ma anche a Salerno ed in altre realtà della Campania al voto in autunno. “Siamo gli unici a crescere, Meloni supera Salvini nei sondaggi. Il nostro simbolo tira, forse tira anche di più se ci presentiamo in autonomia rispetto agli altri partiti, Lega e Fi governano con il Pd e i 5 Stelle”, spiegano fonti romane di Fratelli d’Italia. Il tavolo nazionale di confronto tra gli ‘alleati’ si preannuncia teso.

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