Elezioni, Bonino: “Da Calenda motivi fumosi, io resto con Letta”

Le parole della storica radicale

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 02-03-2018 Roma Politica Chiusura della campagna elettorale di +Europa Nella foto Riccardo Magi, Emma Bonino Photo Roberto Monaldo / LaPresse 02-03-2018 Rome (Italy) Closing of the electoral campaign of +Europa party In the photo Riccardo Magi, Emma Bonino

MILANO – “C’è stato un patto con Enrico Letta che è stato siglato il 2 agosto di quest’anno, non del Medioevo, e io a quello mi attengo”. A dirlo, in un’intervista a Repubblica, è Emma Bonino, storica radicale e leader di +Europa, che non rompe l’intesa con il Pd e dà l’addio a Calenda. “È lui che ha dato l’addio. Eravamo insieme fino a sabato – spiega – e domenica ha deciso di andarsene per conto proprio. Ha mancato alla parola data per ragioni fumose, non convincenti e men che meno dirimenti. Sono personalmente dispiaciuta e politicamente incredula. A oggi sono ferma al patto con Letta. Inoltre il testo dell’accordo è stato concluso sulla base di una bozza i cui contenuti erano stati scritti da Calenda. Io mi attengo a quell’accordo. Cosa sia successo dopo di così stravolgente, non lo so. Non lo comprendo”.

Bonino spiega: “A me sembra che Letta abbia rispettato il patto, dal momento che era noto a tutti, e quindi anche ad Azione, che il segretario del Pd aveva intese anche con Nicola Fratoianni di Sinistra italiana e Angelo Bonelli dei Verdi e con Lugi Di Maio e Bruno Tabacci. Se per noi Azione/+Europa fossero state indigeribili, allora non dovevamo neppure sederci al tavolo. Non è che lo scopriamo dopo, o facciamo finta di scoprirlo dopo. Io resto ferma a quel patto con Letta. È stata convocata da Benedetto Della Vedova una direzione di +Europa, che ne discuterà e deciderà di conseguenza”.

Bonino non ha sentito Calenda dopo lo strappo: “Io?! Io non lo chiamo. So che si sono chattati con Benedetto Della Vedova, il quale gli ha chiesto di vedersi e discuterne. La risposta è stata: ‘È inutile, perdiamo solo del tempo. Stop'”.

Su Fratoianni e Bonelli spiega: “Non abbiamo ovviamente niente in comune. Fratoianni ha votato per 55 volte contro la fiducia a Draghi. Però nel nostro accordo si parla di rigassificatori e inceneritori.

Bonelli la penserà diversamente, ma il patto resta”.

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