Energia, Putin: “La Russia non usa il gas come arma, pronti ad aiutare l’Europa”

La Russia non sta usando il gas naturale come arma geopolitica ed è pronta ad aiutare l'Europa ad affrontare la crisi energetica.

MILANO – La Russia non sta usando il gas naturale come arma geopolitica ed è pronta ad aiutare l’Europa ad affrontare la crisi energetica. È quanto ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, parlando a un panel moderato da Cnbc alla Russian Energy Week, secondo quanto riferisce la stessa Cnbc. Respingendo le critiche di chi accusa Mosca di avere un ruolo nella crisi energetica ha definito le accuse “chiacchiere politicamente motivate” e un “totale nonsenso”. “Non stiamo usando nessuna arma”, ha detto il leader del Cremlino, aggiungendo che “anche durante i periodi più duri della Guerra fredda la Russia ha regolarmente rispettato i suoi obblighi contrattuali e le forniture di gas all’Europa”. E ancora: “Niente sostiene l’idea che stiamo usando l’energia come arma” e al contrario la Russia sta “estendendo le sue forniture all’Europa”, ha detto Putin, aggiungendo che Mosca sarebbe pronta a discutere passi aggiuntivi per ulteriori consegne di gas all’Europa. “Per qualunque mercato, stabilità e prevedibilità sono importanti e la Russia rispetta senza intoppi i suoi obblighi contrattuali con i nostri partner, compresi i nostri partner in Europa”, ha detto Putin alla Settimana dell’energia in Russia, evento in cui normalmente il presidente delinea la sua agenda per l’energia. “Assicuriamo consegne garantite, ininterrotte di gas all’Europa. Abbiamo tutti i motivi di credere che entro la fine di quest’anno raggiungeremo livelli record di consegne di gas al mercato globale”, ha detto ancora il presidente russo.

Alcuni esperti, ricorda Cnbc, ritengono che la Russia stia diminuendo le forniture di gas all’Europa nel tentativo di fare pressione sulla Germania per accelerare la certificazione del gasdotto Nord Stream 2, la cui costruzione è stata completata il mese scorso, che è pensato per consegnare il gas russo direttamente alla Germania passando per il Baltico, bypassando Ucraina e Polonia. Dopo il completamento, il regolatore tedesco dell’energia ha fatto sapere che ha quattro mesi di tempo per completare la certificazione del progetto, dopo avere ricevuto tutti i documenti necessari per una licenza operativa. Molti criticano Nord Stream 2, primi fra tutti Stati Uniti, Polonia e Ucraina, che ritengono che il gasdotto aumenti la dipendenza dell’Europa dalle forniture russe e indebolisca la regione in termini di sicurezza energetica. Inoltre i critici evidenziano che il gasdotto non sarebbe compatibile con gli obiettivi climatici europei. Putin ha respinto queste critiche come “nonsenso”, descrivendo il gasdotto come un “progetto puramente commerciale”. La Russia è il terzo più grande produttore di combustibili fossili a livello globale e, secondo gli ultimi dati di Eurostat, da lì provengono oltre il 40% delle importazioni di gas in Ue.

LaPresse

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