Medioriente, Salvini: “Capitale di Israele a Gerusalemme un impegno morale e politico”

"L'amicizia tra Italia e Israele è un dono, è un fiore che va curato ogni giorno". Così il leader della Lega, Matteo Salvini, nel suo intervento al Jerusalem Prayer Breakfast Rome.

ROMA – “L’amicizia tra Italia e Israele è un dono, è un fiore che va curato ogni giorno”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini, nel suo intervento al Jerusalem Prayer Breakfast Rome. “Il popolo ebraico e Gerusalemme sono un tutt’uno, e quindi trasferire la capitale da Tel Aviv a Gerusalemme sarà un impegno morale, civile, religioso e politico” aggiunge, ricevendo un applauso dai presenti all’evento. “Sono contento dell’applauso perché avrò qualche critica fuori – spiega -. La nuova vigliacca forma di antisemitismo degli anni 2000, che entra anche nelle istituzioni, non è più solo l’odio contro gli ebrei ma anche contro Israele. E non parlo solo degli estremismi, di destra, di sinistra, religiosi, islamisti. Parlo anche di alcune delle più importanti istituzioni che passano il loro tempo a condannare Israele, chiudendo gli occhi sulle violazioni dei diritti umani che dall’Iran alla Cina sono ben più gravi e pesanti”.  “Ero parlamentare europeo quando l’Europa ha negato se stessa e ha negato le sue radici giudaico-cristiane facendo un errore incredibile – prosegue Salvini -. Ero in piazza al ghetto con tanti amici a maggio quando Israele, aggredita da 4500 missili, secondo alcuni non aveva il diritto di difendersi. Ho chiesto al presidente Draghi di boicottare la conferenza di Durban che è una occasione formale di rinnovare il moderno antisemitismo sotto forma di odio contro Israele”. “Ogni volta che sono stato a Gerusalemme ho respirato integrazione, tolleranza, curiosità, apertura e modernità – sottolinea quindi il leader della Lega -. Chiudo da cristiano e da cattolico augurando ogni bene a quella che è una capitale per tutte le fedi religiose, dove è nato tanto, se non tutto, e a cui noi dobbiamo eterna riconoscenza”. “In questi mesi di Covid, di paura, di ritorno al passato, di preoccupazioni per sicurezza e lavoro, avere un esempio di democrazia come quello di Israele è assolutamente qualcosa di prezioso da difendere. Il mio impegno è che il Mediterraneo torni a essere un mare di pace, cultura e commercio e non un luogo di sofferenza e conto, se Dio vorrà, di tornare a Gerusalemme avendo l’onore di tornare nella capitale dello Stato di Israele”, conclude.

LaPresse

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome