Estate settembrina fuori controllo

Temperature ben oltre la media degli anni precedenti: è allarme siccità

NAPOLI – Non c’è tregua per il nostro Paese: dopo un agosto bollente in cui si è arrivati ai 1,23 gradi sopra la media storica, l’estate settembrina non è da meno. Le temperature restano ancora elevatissime, e a ciò si aggiunge il perdurare della carenza di significative precipitazioni. Una situazione climatica davvero dificile che sta creando una serie difficoltà di approvvigionamento idrico in particolare al Centro-Nord Italia con gravi problemi di siccità. Lo segnala la Coldiretti in seguito a un’analisi realizzata in riferimento alle previsioni di caldo e tempo sereno in tutta la Penisola per i prossimi giorni.

La siccità, rileva l’associazione in difesa dell’ambiente, è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con un danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti. I cambiamenti climatici hanno modificato soprattutto la distribuzione sia stagionale che geografica delle precipitazioni anche se l’Italia resta un Paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente dei quali purtroppo appena l’11% viene trattenuto.
Ma se da un lato c’è l’emergenza siccità, dall’altro c’è quella relativa alle trombe d’aria. Dall’inizio dell’anno lungo la Penisola si sono verificate ben 105 trombe d’aria. La nostra è tra le regioni maggiormente attenzionate dalla protezione civile per il maltempo, insieme alla Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia. Nel 2021 si sono registrati in media in Italia quasi 6 nubifragi al giorno fra tempeste di pioggia, neve, vento e trombe d’aria. Con la grandine che ha devastato vigneti e uliveti sale il conto dei danni nelle campagne in una estate 2021 caratterizzata dal clima pazzo con bombe d’acqua e vento alternate a ondate di caldo torrido che hanno distrutto frutta e verdura, sradicato alberi e danneggiato strutture nelle campagne da nord a sud dell’Italia in un terribile scenario da calamità naturale.

Da tempo ormai le associazioni in difesa dei coltivatori e dell’intera filiera che si occupa della lavorazione dei campi chiede tutele e sussidi al Governo per difendersi da un meteo inclemente dal quale è difficile farsi trovare preparati. Il problema climatico c’è, e va affrontato. Non si tratta più di fenomeni isolati, eccezionali e rari, bensì di una catena di eventi che si stanno verificando con una frequenza sempre più alta e assidua, causando danni per milioni di euro a una categoria già in ginocchio come quella degli agricoltori, funestati, tra l’altro, dai rincari delle materie prime come addirittura la farina e la semola per la lavorazione del pane.
Tornando al clima pazzo, per l’inizio della prossima settimana si profila un rinforzo dell’alta pressione africana che favorirà condizioni di stabilità in quasi tutto il Paese, accompagnate da un ulteriore rialzo delle temperature che si manterranno ben oltre la media, con valori anche al di sopra dei 30 gradi. Temperature che, a metà settembre, appaiono certamente straordinarie.
Non ci sono prospettive rosee per l’inverno che ci aspetta, in cui il clima potrebbe continuare a fare i capricci.

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