Estorsione a Bari: fermate 7 persone vicine al clan Strisciuglio

Sette persone vicine al clan Strisciuglio fermate dalla polizia di Bari per estorsione aggravata, porto e detenzione illegale di armi da fuoco

Foto LaPresse -

BARI (LaPresse) – Estorsione a Bari: fermate 7 persone vicine al clan Strisciuglio. Sette persone vicine al clan Strisciuglio fermate dalla polizia di Bari per estorsione aggravata, porto e detenzione illegale di armi da fuoco. Il settimo indagato, inizialmente irreperibile, bloccato ieri mattina nell’aeroporto di Bari-Palese al rientro dalla località turistica di Sharm el-Sheikh. Tutti ritenuti componenti di un gruppo criminale con base operativa nel quartiere Libertà, contiguo al clan Strisciuglio. Al cui interno le attività investigative hanno evidenziato il ruolo egemone del figlio di un attuale detenuto e ‘storico’ esponente apicale del predetto clan. Le indagini, supportate da attività tecniche, sono state avviate dai poliziotti della squadra mobile nel novembre scorso. A seguito dell’incendio dei locali di una ditta di onoranze funebri del quartiere Libertà.

Documentato in particolare che la richiesta estorsiva, manifestata nei giorni precedenti all’incendio attraverso una esplicita pretesa di denaro e con minacce dirette, non evasa, motivo alla base del grave atto ritorsivo.

Il gruppo criminale, la sera del 24 dicembre scorso, ha esploso numerosi colpi d’arma da fuoco. In aria e all’indirizzo di una saracinesca di un circolo ricreativo del quartiere Libertà. La pericolosità del capo dell’organizzazione criminale è emersa ancor di più nelle ore immediatamente precedenti il fermo. Quando lo stesso si è attivato per reperire un fucile kalashnikov in pochi giorni. Da utilizzare verosimilmente per più gravi azioni criminali. Nel corso dell’esecuzione dei provvedimenti cautelari eseguite numerose perquisizioni che hanno consentito di rinvenire e sequestrare due pistole, 50 munizioni di vario calibro, un giubbotto antiproiettile, 300 grammi di eroina e 22 grammi tra hashish e marijuana. Il Gip di Bari ha applicato a tutti gli indagati la custodia cautelare in carcere.

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