Etiopia, Usa: “Stop alle violenze, aprire negoziati per il cessate il fuoco”

"Invitiamo tutte le forze a deporre le armi e ad aprire il dialogo per mantenere l'unità e l'integrità dello stato etiope. Chiediamo al governo etiope di fermare la sua campagna militare, compresi gli attacchi aerei nei centri abitati del Tigray e la mobilitazione delle milizie etniche. Chiediamo al governo dell'Eritrea di rimuovere le sue truppe dall'Etiopia".

MILANO – “Invitiamo tutte le forze a deporre le armi e ad aprire il dialogo per mantenere l’unità e l’integrità dello stato etiope. Chiediamo al governo etiope di fermare la sua campagna militare, compresi gli attacchi aerei nei centri abitati del Tigray e la mobilitazione delle milizie etniche. Chiediamo al governo dell’Eritrea di rimuovere le sue truppe dall’Etiopia”. Così il segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, in una nota. “Chiediamo – prosegue la dichiarazione – alle forze del Fronte di liberazione del popolo del Tigray (TPLF) e dell’Esercito di liberazione dell’Oromo (OLA) di fermare immediatamente l’attuale avanzata verso Addis Abeba. Tutte le parti devono inoltre consentire e facilitare l’accesso umanitario in modo che l’assistenza salvavita possa raggiungere le persone bisognose. Esortiamo tutte le parti ad aprire negoziati per il cessate il fuoco senza precondizioni per trovare un percorso sostenibile verso la pace. La comunità internazionale è pronta ad aiutare il popolo etiope a porre fine a questo conflitto ora”.  Inoltre, “mentre il conflitto in Etiopia dura da un anno, i leader etiopi, sia all’interno che all’esterno del governo e di tutto il Paese, affrontano l’urgente necessità di agire immediatamente e alleviare le sofferenze del popolo etiope. Gli Stati Uniti ribadiscono la nostra profonda preoccupazione per il rischio di violenza intercomunitaria aggravata dalla retorica bellicosa da tutte le parti del conflitto, in particolare sui social media. Il linguaggio incendiario alimenta le fiamme di questo conflitto, spingendo sempre più lontano una soluzione pacifica. Siamo anche preoccupati per le segnalazioni di detenzioni arbitrarie basate sull’etnia ad Addis Abeba”.

LaPresse

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome