Faida a Napoli, i De Martino accerchiati. Ecco tutti gli avamposti degli alleati

Gli ‘XX’ e i De Micco blindati a Ponticelli per evitare le incursioni rivali. La federazione dei Minichini-De Luca Bossa-Aprea-Cuccaro è l’emanazione dell’Alleanza di Secondigliano

Le ultime fiammate col piombo a Ponticelli hanno lasciato intendere un concetto. Sotto la cenere c’è ancora brace. Dalle informative degli inquirenti emergono alcuni dettagli importanti rispetto ai ‘movimenti’ delle organizzazioni malavitose. Gli avamposti del cartello De Luca Bossa-Minichini-Casella nel quartiere vedono una sorta di accerchiamento geografico ai danni dei De Martino-De Micco che sono letteralmente sotto assedio. Difficile che la condizione di stati possa persistere per molto altro tempo. Nelle informative poi cristallizzate in un provvedimento dell’antimafia la mappa criminale e la dislocazione geografica dei gruppi in lotta appare nettamente. In via Luigi Franciosa e nelle strade limitrofe, in quella zona che viene indicata nello slang metropolitano come Aret’a Barra, è insediata la famiglia Casella, parte del gruppo Minichini-De Luca Bossa e federata con gli Aprea e i Cuccaro di Barra e con l’Alleanza di Secondigliano, composta dalle famiglie Licciardi, Contini e Mallardo e, storicamente, in conflitto con l’organizzazione dei Mazzarella.
Nel rione Fiat, ovvero nella zona di via Montale è insediata invece la famiglia rivale, quella dei De Martino, detti ‘XX’. E’ lì che c’è stato il doppio agguato che ha portato a un morto e un ferito. L’unica vittima, finora, di una faida a orologeria che dura dalla scorsa estate.
Continuando con l’analisi geo criminale, nel ‘Lotto 10’ risulta agli inquirenti la presenza del clan De Luca Bossa, così come nel parco Conocal, storicamente appannaggio del clan D’Amico, in seguito alla disarticolazione dei Fraulella e dei De Micco. Tra le palazzine opera il clan De Luca Bossa, in collaborazione con il gruppo Aprea che del cartello è articolazione nel confinante quartiere di Barra. I De Luca Bossa risultano anche stabilmente insediati nel famigerato Lotto O. Nel complesso residenziale delle cosiddette ‘5 torri’, collocato tra via Malibran e via Argine, opera infine un gruppo che fa sempre capo al cartello De Luca Bossa-Minichini-Casella, i cui principali referenti sono individuati in due soggetti attualmente a piede libero. Un accerchiamento che potrebbe avere delle conseguenze. Numeri alla mano la guerra di Ponticelli ha generato una serie di feriti e un morto ammazzato, oltre agli ordigni e agli avvertimenti col piombo. Va avanti dallo scorso settembre. I clan di Ponticelli vivevano un periodo di pace ma i De Luca Bossa e i Casella hanno smesso di dare ai De Martino XX i soldi mensili destinati ai carcerati, le cosiddette ‘mesate’. Ci furono degli incontri, ma gli accordi saltarono. La federazione prese tempo e ci furono le prime reazioni. I De Martino raccolsero soldi attraverso le piazze di spaccio e con le estorsioni. Il problema fu che non chiesero l’autorizzazione dei De Luca Bossa. La risposta fu immediata e arrivò alla maniera di Ponticelli: col piombo. Iniziò a scorrere il sangue con alcuni botta e risposta. Il 2 novembre Rosario Rolletta cadde in un’imboscata. Il commando sparò per uccidere, ma l’agguato fallì. In manette per quell’agguato sono finiti Giuseppe Righetto, 36enne noto come Peppe ’o Blob. Con lui arrestato e Nicola Aulisio, 23 anni, figlio del ras Luigi Aulisio, cognato dei fratelli Casella, ferito tre giorni prima di Rolletta. Per gli inquirenti sono coinvolti anche nel tentato omicidio di Rodolfo Cardone, il 7 ottobre. L’escalation di violenza più recente è partita proprio dal ferimento di Righetto alcune settimane fa, quando il fratellastro di Eduardo Casella è stato raggiunto da un proiettile che gli ha trapassato la mano destra. Anche in quel caso la risposta è stata pesante. C’è stato l’agguato mortale a Giulio Fiorentino, 29 anni, residente nella zona del rione Incis e il ferimento dell’altro che era con lui, Vincenzo Di Costanzo, entrambi dati in quota De Martino ‘XX’. La scia di sangue che ha bagnato Ponticelli dura da mesi ma potrebbe non essere finita.
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