Fontana: ho detto a Tria di pensare a disabili e famiglie e poi al debito

“Mettiamo le disabilità e le famiglie prima dell’economia altrimenti siamo destinati alla decadenza”. Lo ha detto il ministro per la famiglia e le disabilità, Lorenzo Fontana

Foto Roberto Monaldo / LaPresse
Roma, 12 lug. (LaPresse) – “Mettiamo le disabilità e le famiglie prima dell’economia altrimenti siamo destinati alla decadenza”. Lo ha detto il ministro per la famiglia e le disabilità, Lorenzo Fontana, in un’intervista a Tv2000 in onda durante lo speciale TgTg, domani 13 luglio 2018 alle ore 20.45, in occasione del primo ‘Disability Pride’ in Italia in programma domenica 15 luglio. “C’è la volontà di fare un tavolo con tutte le associazioni coinvolte per capire quali sono le urgenze. Ci sarà molto da lavorare ma avremo anche tante soddisfazioni”. “Un allargamento del fondo di non autosufficienza – ha proseguito Fontana – è una delle battaglie ma non è l’unica. Ho già avuto modo di dire al ministro Tria che l’economia deve essere al servizio dell’uomo e non il contrario. Prima di parlare di spread e debito pubblico si deve parlare di famiglie e disabili perché se per colpa dei parametri economici si deve tagliare su disabili e famiglie significa che lo Stato è avviato verso un declino inesorabile”.

ha sottolineato Fontana 

“Per i disabili  credo sia un vantaggio avere un ministero perché è comunque un punto di riferimento. Ora abbiamo la possibilità di mettere in luce le problematiche che ci sono nella vita di tutti i giorni avendo come punto di riferimento questo ministero. Credo che sia un esperimento che faccia capire la sensibilità che questo governo ha nei confronti della disabilità”. “Lavoro, scuola, barriere architettoniche – ha concluso Fontana – sono tutti problemi molto sentiti. Tante di queste persone vorrebbero essere utili e darsi da fare. Il lavoro è fondamentale. Poi ci sono le questioni di tutti i giorni. Talvolta una barriera architettonica può essere anche la comunicazione, riuscire ad avere accesso alle informazioni. Il grado di civiltà di una nazione si misura su quanto riesce a stare vicino a queste persone”.

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