Forza Italia, una poltrona per tre. Carfagna: “Temi e non nomi o si fa la fine del Pd”

La svolta storica che Berlusconi ha voluto imprimere al partito azzurro non è quindi scevra di polemiche e potrebbe anzi aprire una resa dei conti tra nordisti e sudisti

In foto Mara Carfagna

ROMA – Una poltrona per tre, almeno per ora. Lo statuto di Forza Italia non è stato ancora ‘rinnovato’. Il primo board, il tavolo per cambiare le regole, si riunirà mercoledì sera alla presenza di Berlusconi. Ma la lista dei candidati alle primarie aumenta di giorno in giorno. Dopo Mara Carfagna e Giovanni Toti, nominati coordinatori nazionali, anche Maria Stella Gelmini annuncia la sua disponibilità, sparigliando le carte.

Rivoluzione in Forza Italia, la linea della Carfagna

La capogruppo azzurra dalle pagine del Corriere della Sera accusa il governatore della Liguria di essere “partito con il piede sbagliato. Il board non è ancora stato convocato e lui già si è mosso comportandosi da leader dimenticando che è un nominato, come tutti noi”. Una mossa, quasi a sorpresa, che potrebbe però trasformarsi in un’arma a doppio taglio. Secondo rumors di palazzo, Gelmini sarebbe scesa in campo per togliere voti al Nord a Toti e quindi arginare velleità filo-salviniane. Ma allo stesso tempo, rilevano, potrebbe indebolire la stessa Carfagna ed avere quindi l’effetto contrario.

Sì a idee e programmi, non bisogna concentrarsi sui nomi

Su questo tema la vicepresidente della Camera è stata chiarissima: “È importante discutere le regole del congresso. Ma ancora più importante è rimettere al centro le idee. Io immagino una Forza Italia che protegga il ceto medio che oggi è diventato il ceto povero, protegga le famiglie che anche con due stipendi non riescono a volte a far fronte alle spese sanitarie, il sostegno alle imprese, soprattutto quelle piccole e medie”. In sintesi non bisogna concentrarsi sui nomi, “altrimenti il rischio che si corre è fare la fine del Pd” .

Berlusconi resta il leader di Forza Italia

La svolta storica che Berlusconi ha voluto imprimere al partito azzurro non è quindi scevra di polemiche e potrebbe anzi aprire una resa dei conti tra nordisti e sudisti. Per ora il Cav resta a guardare e quasi sicuramente parteciperà alle due riunioni convocate mercoledì a palazzo Grazioli, la prima con i coordinatori nazionali e la seconda durante la quale si avvierà la discussione su come cambiare le regole dello Statuto.

La candidatura di Gelmini, riferiscono da Arcore, è stata accolta con soddisfazione perché significa che il partito si sta rivitalizzando ed è capace ancora di coinvolgere. Su una cosa tuttavia non si discute, e non c’è da stupirsi. Berlusconi non ha alcuna intenzione di farsi da parte anche perché è e resterà il garante dello Statuto. Sarà ancora il leader, anche se di un partito rinnovato.

(LaPresse/di Donatella Di Nitto)

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