FOTO. Donna legata e uccisa in casa a Napoli, fermati in due

Rispondono di concorso in omicidio e rapina, ma non sarebbero gli autori materiali del delitto

NAPOLI – L’accusa è quella di concorso in omicidio e rapina. Con queste contestazioni due persone sono state sottoposte a fermo di polizia giudiziaria eseguito dai carabinieri. E’ lo sviluppo delle indagini sul caso della morte di Stefanina Fragliasso, la 76enne uccisa all’interno della sua abitazione nella zona di Gianturco. Si tratta di un uomo di origine romena e di una donna di 43 anni. I due non sono indicati come gli esecutori materiali del delitto, ma avrebbero rivestito un ruolo diverso. Secondo gli inquirenti, Costantin Imarian, 36 anni, sarebbe stato incaricato di occuparsi di aprire un’eventuale cassaforte all’interno dell’abitazione della donna (che tuttavia non è stata trovata). L’altra fermata è Teresa Di Giorgio, porticese, classe 1975, che avrebbe avuto invece il compito di fare in modo che la donna aprisse la porta dell’abitazione. Insieme a loro ci sarebbero altre persone coinvolte nell’incursione, tra cui il responsabile dell’omicidio.

Stefanina Fragliasso

Omicidio efferato

Un delitto brutale nella sua esecuzione. La donna, all’arrivo delle forze dell’ordine, è stata trovata legata con un nastro adesivo da imballaggio. Una striscia di nastro le era stata applicata anche sul viso e in bocca le era stato infilato con forza un indumento intimo per evitare che potesse urlare. Questo potrebbe aver procurato il soffocamento.

Le indagini

Intanto si lavora per cercare di ricostruire uno sfondo in cui incastonare questa brutta storia. Nell’ambito delle indagini sul movente, oltre alla pista della rapina, le indagini hanno fatto luce su un giro di usura. Ci sono ancora tasselli da mettere a posto e da sistemare prima di chiudere il fascicolo.

La ricostruzione dei fatti

La donna abitava in una palazzina di via Santa Lucia ai Filippini, nel cuore del rione alle spalle di Gianturco. Era nella sua casa al terzo piano. Il marito e uno dei figli erano usciti e quando sono rientrati mai si sarebbero aspettati di trovarsi di fronte a una tragedia. Stefanina è morta poco prima di mezzogiorno. Quando i familiari sono rientrati in casa hanno trovato tutto a soqquadro. Mobili aperti e suppellettili a terra. Immediatamente hanno capito che era successo qualcosa di grave. E il pensiero è andato subito a Stefanina. L’hanno chiamata per capire dove fosse e se stesse bene. Hanno temuto il peggio. E purtroppo sono stati costretti a vivere una tragedia. Lì, nella propria abitazione. I due si sono diretti in camera da letto. Temevano forse che la donna fosse stata picchiata da qualche malintenzionato. La realtà però era ben peggiore. Stefanina è stata trovata sul letto della sua camera. Era imbavagliata e legata. Ma, soprattutto, non respirava. Hanno forse cercato di rianimarla. Intanto le urla e le lacrime, tanto da allarmare tutta la palazzina. La chiamata al 118 e alle forze dell’ordine. In pochi minuti sul posto sono giunti i carabinieri e i sanitari. I medici non hanno potuto fare altro che constatare il decesso della donna. Affranti i familiari e anche i vicini di casa, che conoscevano bene la vittima. Alcuni sono stati costretti alle cure del personale medico perché sotto choc.

Per Stefanina non c’era niente da fare. Non respirava più, il suo cuore era fermo e nessuno è riuscito a farlo ripartire. Ma a lasciare tutti sgomenti è stata anche l’immagine della donna, imbavagliata e legata da chissà chi. Senza pace i familiari. Sì, perché erano usciti di casa poco prima e mai si sarebbero aspettati che in poco tempo si sarebbe consumata una tale tragedia. Impressionati dalla scena anche i militari dell’Arma incaricati di eseguire le indagini per ricostruire la dinamica dell’accaduto e, soprattutto, individuare il responsabile o i responsabili della morte della donna. Chi mai avrebbe potuto fare del male a una 76enne? Fu questo uno degli interrogativi che si posero gli investigatori, ma probabilmente anche i familiari della vittima e i vicini di casa. La scena del crimine ha fatto subito pensare a una rapina, certamente finita come peggio non si poteva. Ma gli investigatori hanno preso in considerazione anche altre possibilità.

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