Frasi omofobe, il senatore Simone Pillon a processo

Sotto accusa sue frasi pronunciate nei confronti dell’Arcigay e delle coppie omosessuali

Simone Pillon (Foto Vincenzo Livieri - LaPresse)

ROMA – Il senatore Simone Pillon a processo per omofobia. Rischia infatti di costare cara la sua verve polemica nei confronti delle coppie omosessuali e delle associazioni che ne tutelano i diritti.

Le accuse al senatore Pillon e le frasi omofobe

Il senatore leghista, infatti, è finito a processo per alcune frasi omofobe pronunciate nei confronti dell’Arcigay. Sarà il giudice Matteo Cavedoni a giudicare il comportamento dell’organizzatore del Family Day che rischia, tra l’altro, anche una multa da 200mila euro. Il tutto è nato a seguito di alcuni incontro con i genitori nei quali Pillon avrebbe lanciato una grave accusa nei confronti delle associazioni in difesa dei diritti delle coppie omosessuali. E lo ha fatto in maniera molto diretta: “Quelli di Arcigay – ha detto – vanno nei licei e spiegano ai vostri figli che per fare l’amore bisogna essere o due maschi o due femmine. E che non si può fare diversamente e venite a provare da noi, nel nostro welcome group”.

La risposta dell’associazione Omphalos

Un chiaro riferimento a un evento avvenuto nel liceo scientifico Alessi di Perugia qualche tempo fa con l’associazione Omphalos a parlare della ‘Lotta al bullismo omofobico’ con gli studenti. La reazione della stessa associazione è stata immediata: “Spesso – ha detto il presidente Stefano Bucaioni – veniamo chiamati nelle scuole a dare il nostro contributo nella sensibilizzazione contro le discriminazioni, come riconoscere il bullismo omofobico. Portiamo anche materiale didattico sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e volantini informativi delle nostre iniziative. Simone Pillon – ha proseguito – ha distorto i fatti, alterando il nostro materiale, omettendo quello sull’amore tra due persone eterosessuali, facendoci passare per adescatori. Il giudice ha accolto la nostra costituzione di parte civile e ha disposto il sequestro dei video ritenendoli ‘offensivi e lesivi della reputazione’”. Adesso Pillon, che ha provato a giustificare il suo comportamento come “pura ironia”, rischia una sanzione che potrebbe arrivare fino a 200mila euro.

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