Genova città ferita: non solo il cedimento del ponte, ma anche le alluvioni

A Genova gli eventi alluvionali hanno portato più volte allo scoperto la fragilità dell'assetto territoriale urbano, mietendo vittime tante vittime

LP / ANDREA LEONI / AFP
Di Laura Carcano

MILANO (LaPresse) – Genova città ferita, ancora una volta, dopo il cedimento del ponte Morandi sull’autostrada A10 e gli almeno 20 morti che si porta dietro. Il capoluogo regionale ligure è segnato infatti da altri eventi dolorosi. Dalle alluvioni più recenti con le esondazioni dei torrenti Bisagno e Fereggiano nel 2011 e nel 2014, al crollo della Torre Piloti al Porto nel 2013.

A Genova gli eventi alluvionali hanno portato più volte allo scoperto la fragilità dell’assetto territoriale urbano, mietendo vittime tante vittime

Si parte dal 1970, fino al 2011, con il disastro che provocò 6 morti, e a quello del 2014: furono i torrenti Bisagno e Fereggiano a esondare. La città della Lanterna nel 2014 finì sotto due metri d’acqua, travolta dalla violenza delle correnti dei corsi d’acqua straripati in poche ore. Danni per milioni, detriti, case e negozi distrutti. E un morto, un infermiere, appena uscito da un bar: “Vado a vedere“, erano state le sue parole al titolare, prima di essere travolto. A straripare nel 2014 sono stati quattro torrenti: il Bisagno è quello che ha sconvolto la parte orientale della città. Poi il Fereggiano, ma ci furono anche lo Sturla e lo Scrivia.

Una novantina di persone, a Genova e in Liguria, sono state uccise dalle alluvioni, dal 1970 a oggi

La prima alluvione, la più terribile è stata quella del 7 e 8 ottobre 1970 a Genova. I morti nelle strade del centro del capoluogo, devastate dalle piene di Bisagno e Fereggiano e a ponente del Leira e del Chiaravagna, furono 44. Duemila gli sfollati. Decine di miliardi di lire dell’epoca i danni. A settembre del 1992, tre morti nel Savonese, travolti dalle acque dei torrenti Quiliano e Letimbro e due a Genova per l’esondazione del torrente Sturla. Nel 1993 il Varenna a Pegli e il Leira a Voltri fanno 5 vittime. Nel novembre 2000 sette i morti tra Sanremo, Vallecrosia, Imperia e Ceriana, provocati dall’esondazione di torrenti. Un morto a Savona nel 2010. A Genova nel 2011 il clou è nel quartiere di Marassi, dove si trova lo stadio. Il 4 novembre, all’ora dell’uscita delle scuole che erano aperte, le acque del Fereggiano si scatenarono. Il triste elenco ligure continua con la alluvione del 2013, che devastò Chiavari e uccise due coniugi a Leivi. Un anno dopo ancora Genova: travolta dall’acqua, impreparata. Non era stata diffusa l’allerta meteo.

Dopo la distruzione, le accuse alla politica e il fango, non solo delle piene ma anche delle polemiche. Sono arrivate, in molti casi, pure le inchieste

Sull’assetto idrogeologico della città molte le analisi dopo le tragedie e dal 2012 i lavori del Fereggiano, del Bisagno, a Ponente e in altre zone della città. Il pericolo a Genova non è arrivato dai torrenti, ma dal mare, invece quando la Torre Piloti al porto crollò il 7 maggio 2013 per aver subito l’urto di una nave cargo, causando la morte di nove persone. “Il crollo della Torre Piloti è stato una grande ferita, un dramma così grande, che ha segnato la città e ricostruirla è un gesto dovuto“, ha detto di recente Renzo Piano. La Torre sorgerà nell’area delle Riparazioni navali.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome