Giustizia, asse Pd-Iv-Leu sulla prescrizione: è scontro con Bonafede

La riforma rischia di rimanere bloccata. La questione prescrizione viene definita "pregiudiziale"

Foto Palazzo Chigi / Filippo Attili / LaPresse in foto Alfonso Bonafede

ROMA – Nessun passo avanti all’interno della maggioranza per quel che riguarda la riforma della Giustizia. Anzi, “la distanza più che diminuire sembra aumentare”, viene spiegato al termine di un nuovo vertice sul tema, presieduto da Giuseppe Conte. Il nodo rimane quello del blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, che – secondo quanto stabilito dal disegno di legge ‘Spazzacorrotti’ – entrerà in vigore il primo gennaio 2020. Pd e Italia viva sono contrari e continuano a chiedere al Guardasigilli di intervenire per modificare i termini dello stop.

La riforma della Giustizia

Per i dem al tavolo ci sono il sottosegretario alla Giustizia Andrea Giorgis e i deputati Michele Bordo e Alfredo Bazoli. Presentano per iscritto le loro proposte, ma Bonafede non ci sta. Per il ministro sono “un passo indietro” rispetto a quanto concordato negli incontri precedenti. Le proposte di Italia viva arriveranno nei prossimi giorni, ma alcune voci raccontano di un acceso botta e risposta tra Maria Elena Boschi (all’incontro insieme a Lucia Annibali e Giuseppe Cucca) e il Guardasigilli.

La linea del ministro Bonafede

Il ministro pentastellato insiste sull’impossibilità di fare passi indietro sullo stop alla prescrizione: E’ un tratto identitario, un punto irrinunciabile della nostra azione politica. Non possiamo cedere – il ragionamento fatto agli alleati. La capogruppo renziana, però, non vuole sentire ragioni e ricorda il taglio dei parlamentari, votato da tutta la maggioranza pur non essendo pienamente condiviso: “Anche voi dovete mediare”, avverte. A rappresentare LeU ci sono Pietro Grasso e Federico Conte.

Il bilancio di LeU

L’ex presidente del Senato è favorevole allo stop alle lancette dei processi, ma mette in guardia Conte sui rischi che vengono dalla previsione di sanzioni disciplinari per i magistrati nella situazione attuale del sistema giustizia. Grasso prospetta al premier anche la sua idea per l’elezione dei componenti del Csm: invece del sorteggio un doppio turno con la previsione di grandi elettori.

Il nodo prescrizione

La riforma, tuttavia, rischia di rimanere bloccata. La questione prescrizione viene definita “pregiudiziale”. Gli alleati chiedono tempo. Non è un caso che Salvini abbia chiesto un anno prima dell’entrata in vigore della disciplina sulla prescrizione – ragionano – chiedendo sei mesi di proroga o di inserire nella delega una formula per cui la prescrizione si blocca quando entrano in vigore i decreti attuativi della riforma. Lasciando Palazzo Chigi, da Pd, Iv e Leu raccontano comunque di un “confronto costruttivo, all’insegna del dialogo e dell’armonia” e descrivono Bonafede come aperto alla possibilità di cambiare in corsa.

I problemi da risolvere

Il Guardasigilli non gradisce e mette le cose in chiaro: “Sono stati fatti passi avanti con spirito collaborativo ma rimangono ancora distanze sulla prescrizione che entrerà in vigore a gennaio – sottolinea -. Ci aggiorneremo alla prossima settimana, continuiamo a lavorare con determinazione, ma ho chiarito che dal mio punto di vista abbiamo aspettato troppo tempo e bisogna accelerare”. Il prossimo incontro è fissato per martedì alle 21. “Un punto di caduta ancora non c’è – spiegano da via Arenula – ma il fatto che ci rivediamo vuol dire che si continua a mediare”.

(LaPresse/di Nadia Pietrafitta)

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