Giustizia, Dadone: “Confronto aspro ma le crisi nascono se si vogliono fratture”

"È sotto gli occhi di tutti che questa riforma della giustizia ha aperto un confronto aspro tra i partiti che sostengono l’esecutivo. Le crisi non nascono se si vuole fare politica, nascono se si vuole creare volontariamente una frattura".

ROMA – “È sotto gli occhi di tutti che questa riforma della giustizia ha aperto un confronto aspro tra i partiti che sostengono l’esecutivo. Le crisi non nascono se si vuole fare politica, nascono se si vuole creare volontariamente una frattura”. Lo afferma la ministra delle Politiche giovanili, Fabiana Dadone, in un’intervista al ‘Corriere della sera’ oggi in edicola. Ritornando al passaggio in cui pochi giorni fa, in una trasmissione televisiva, a domanda rispose ipotizzando le dimissioni dei ministri Cinquestelle, Dadone spiega: “A precisa provocazione ho ribadito l’ovvio e cioè che una forza politica si autodetermina e fa le proprie valutazioni. Ho precisato che non era una minaccia, che non è nel mio stile, perché ho sempre creduto nella buona fede delle parti in campo. Così è stato e ne sono lieta”. Sulla durissima trattativa per modificare il testo, che comunque i pentastellati non sentono come propria questa riforma, dice: “Ci soddisfa il risultato raggiunto contando che eravamo soli contro tutti. Conte ha fatto sia l’avvocato che il leader e avevamo bisogno di entrambi questi ruoli. È palese che senza la nostra presenza in Consiglio dei ministri ci sarebbe un’altra legge e non è capitato”. 

 Il ragionamento si sposta sulle misure votate nonostante la convinzione sulla bontà non sia stata granitica. E Dadone fa un paragone: “Mi sono vergognata dei decreti Sicurezza e me ne vergogno ancora ma li votai per spirito democratico”. Rispondendo alle critiche dell’ala più radicale del Movimento, secondo la quale il M5S sta perdendo credibilità, la ministra ha idee chiare: “Si perde credibilità quando gli eletti mostrano forte individualismo e non si avverte un gruppo unito. Non sono mai stata una persona flessibile sui principi e il principio democratico lo esercito soprattutto quando sono in minoranza. Sono tutti buoni a fare i democratici in maggioranza, è più semplice”. Sull’organizzazione interna, invece, afferma: “Se vogliamo che Conte sia il capo bisogna lasciare a lui certe decisioni”. E sulle critiche piovute dai social, conclude: “Sui social c’è critica ma quella non è mai stata la base del Movimento, credo non sia in molti casi neanche mai stato un elettorato convinto o che abbia compreso chi siamo e chi siamo sempre stati. La base sui territori è felice della leadership di Conte e del fatto che Grillo sia il nostro ispiratore”.

LaPresse

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