Decreto anti-coronavirus: premio per chi ha continuato a lavorare, il prefetto potrà ‘requisire’ gli alberghi

Il testo compre 113 articolo: si dal sostegno alla famiglia, ai lavoratori, dalle imprese, fino al al turismo e alle fabbriche per la produzione di mascherine

Foto Filippo Attili / Palazzo Chigi / LaPresse in foto il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte

ROMA – Sarà questa sera sul tavolo dei ministri, la bozza del decreto anti-coronaviruso, dopo essere passata al vaglio dei tecnici nel pre-consiglio tenuto nel pomeriggio. Il testo comprende 113 articoli: dal sostegno alle famiglie, ai lavoratori, dalle imprese fino al turismo e alle fabbriche per la produzione di mascherine.

Nella bozza si legge che il governo “per far fronte all’emergenza potrà emettere nuovo debito fino a un massimo di 25 miliardi. Al fine di reperire le risorse per assicurare la liquidità necessaria all’attuazione degli interventi di cui al presente decreto – è scritto nel documento – è autorizzata l’emissione di titoli di Stato per un importo fino a 25.000 milioni di euro per l’anno 2020”.

Gualtieri: “Uniti ce la faremo”

“Stiamo facendo e faremo tutto ciò che è necessario per proteggere e sostenere il Paese – scrive su twitter il ministro dell’economia, Roberto GualtieriL’Italia è più forte del Covid-19. Sono le ore decisive per il decreto a tutela della sanità, delle famiglie, del lavoro e delle imprese. Nessuno sarà lasciato solo. Uniti ce la faremo”.

La bozza: i punti

All’interno vi sono i congedi per i genitori che hanno figli con meno di 12 anni che con le scuole chiuse in questi giorni sono giocoforza rimasti a casa. “Quelli ‘speciali’ saranno in vigore dal 5 marzo per tutti i dipendenti”. L’indennità sarà di massimo 15 giorni di cui la coppia genitoriale potrà usufruire non in maniera contemporanea e pari al 50% della retribuzione. Nessun limite di età è previsto in caso di figli disabili. Sarà poi riconosciuto un congedo speciale non retribuito ai dipendenti con figli tra 12 e 16 anni.

Il premio

Un premio di 100 euro previsto per il mese in corso verrà dato ai lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati “che abbiano continuato a lavorare nella sede di lavoro. Il premio spetta a chi guadagni non più di 40mila euro l’anno ed è esentasse”. Verrà distribuito in base ai giorni di lavoro in sede e scatterà automaticamente. Potrà essere inserito già nella busta paga di aprile o comunque entro il conguaglio di fine anno. Per i lavoratori autonomi ci sarà una indennità ‘una tantum’ di 500 euro prevista per professionisti e collaboratori, per gli stagionali, i lavoratori del turismo e delle terme, dell’agricoltura e per i lavoratori dello spettacolo.

I poteri del prefetto

E’ nelle more del prefetto “requisire strutture alberghiere, ovvero altri immobili idonei, per ospitarvi le persone in sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario o in permanenza domiciliare”. Così come il “capo della Protezione civile può inoltre requisire in uso o in proprietà, da ogni soggetto pubblico o privato, presidi sanitari e medico-chirurgici, nonché beni mobili di qualsiasi genere, per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Sono previsti indennizzi”.

Guanti e mascherina

Sono previsti 50 milioni a Invitalia “da distribuire alle imprese per l’acquisto di guanti e mascherine”. Tali risorse verranno “trasferite dall’Inail a Invitalia entro il 30 aprile. Previsto anche un credito d’imposta del 50% per le spese sostenute da chi ha attività d’impresa per la sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro, fino a massimo 20mila euro”.
Sarà inoltre consentita la produzione di “mascherine chirurgiche in deroga alle vigenti norme”. Tutte le aziende interessate che avvalersi della deroga dovranno “inviare all’Iss autocertificazione sulle caratteristiche tecniche delle mascherine, rispettando tutti i requisiti di sicurezza. L’Iss in 2 giorni si pronuncia circa la rispondenza delle mascherine alle norme vigenti. Confermati anche gli incentivi a fondo perduto alle imprese che già le producono”.

Reddito di ultima istanza

E’ un fondo di 200milioni di euro per quei lavoratori che hanno subito danni dalla pandemia, un “sostegno al reddito per lavoratori dipendenti e autonomi, che abbiano cessato, ridotto o sospeso la loro attività e che nel corso del 2019 non avevano guadagnato più di 10mila euro”. Sarà il ministero del Lavoro a definire i criteri.

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