Governo, Conte non si smentisce e fa un passo indietro sul Mes: “Non escludo il rinvio ma basta propaganda”

Foto Valerio Portelli / LaPresse in foto Giuseppe Conte

ROMA – “Non escludo il rinvio ma basta propaganda”. Ci risiamo. Ecco il solito Conte camaleontico che fa un passo avanti e due indietro. Pur di vendere altre fandonia al popolo italiano in un momento in cui il Governo sembra ad un punto di non ritorno. E il Mes potrebbe rappresentare il harakiri definitivo. Ecco perché Giuseppi cerca di mettere l’ennesima toppa ad una zattera che imbarca acqua da ogni lato. E prima di affondare dichiara: “Io non ho firmato ancora nulla, tantomeno una cambiale in bianco. E sino a quando non si appone una firma ci sono sempre margini per migliorare un Trattato”. E per evitare che lo spread salga, invita tutti ad “evitare la fanfara propagandistica”. E aggiunge annaspando nelle sabbia mobili: “Non mi interessa se gli altri Paesi considerano chiuso l’accordo”.

M5S ago della bilancia

I rapporti tra il Premier e Di Maio sembrano irrimediabilmente compromessi. Lo si è visto in maniera chiara lunedì alle Camere dove i due, pur seduti uno affianco all’altro, si sono praticamente ignorati. Ora più che mai sembra invece rinsaldato il rapporto tra Di Battista e il leader dei 5Stelle. “Concordo, non così – ha detto Dibba – Non conviene all’Italia. Punto”. Dunque è il Mes che rompe i fragili equilibri del governo e rinsalda l’amicizia tra Di Battista e Di Maio entrambi schierati contro Conte che sempre più alle strette dichiara in risposta a Di Maio: “M5S ago della bilancia? E’ giusto, sottoscrivo. Io credo che la loro volontà sarà assolutamente rispettata, ma anche quella delle altre forze politiche. Per andare avanti serve l’accordo tra tutte le forze che sostengono il governo”. Ma “devo ascoltare le altre forze politiche”.

Conte Pinocchio

Ecco le ultime battute del Premier sul Mes: “Non ci faremo fregare. Se tu mi porti un progetto sull’unione bancaria che all’Italia non piace, io non firmo il Mes, e non è un ricatto, questa è logica di pacchetto, mettere in discussione tutto. State sicuri – prcisa il premier – che non ci faremo fregare. Non escludo un rinvio, anche se abbiamo già evitato tante insidie: io non ho abbracciato fideisticamente il Mes. Nella trattativa – ha continuato – ci siamo battuti perché la valutazione del debito non fosse automatica. L’’Italia ha un debito sostenibile e il Mes si attiva su base volontaria”.

Altro capitolo, altro rinvio

Anche sulla prescrizione, così come sul Mes si va verso l’ennesimo nulla di fatto. “Lavoriamo a un compromesso – ha detto Conte – La prescrizione col primo grado di giudizio è una soluzione assolutamente sostenibile ma sicuramente va corredata con misure di garanzia che assicurino la ragionevole durata del processo. E anche se la riforma della prescrizione entra in vigore tra un mese, c’è un arco di almeno un paio di anni per fare entrare in vigore misure che garantiscano una durata ragionevole del processo”.

Pd contro Di Maio

Fa sentire la sua voce il capogruppo dem Graziano Delrio nei confronti di Di Maio: “Basta ricatti, non temiamo le urne. Non accettiamo queste continue minacce. Non ho mai sentito spiegare da Di Maio dove il Mes va cambiato e perché. Un conto è ascoltare le sollecitazioni che arrivano dal primo partito, un altro è l’approccio usato da Luigi Di Maio: ricattare gli alleati non può essere un metodo” E chiude: “Non abbiamo paura delle elezioni”.
E sul Governo nato la scorsa estate dice: “Avremmo potuto rafforzare il Pd correndo alle urne, invece abbiamo scelto il Paese e le famiglie italiane che altrimenti avrebbero pagato i 23 miliardi della tassa Salvini sull’Iva”. Adesso più che ora “il nostro obiettivo è continuare a lavorare per sbloccare investimenti fermi da due anni, stimolare il lavoro per i giovani, mettere i soldi nelle tasche dei lavoratori dipendenti”.

Accordo su temi comuni

Ma occorre “un patto sulla base di quello che abbiamo deciso ad agosto nel programma di governo e sui temi comuni che anche Beppe Grillo ricorda continuamente: un’agenda per l’ambiente, l’attenzione alla giustizia sociale, un nuovo sviluppo sostenibile”. Ora “la maggioranza dovrà per forza presentare una risoluzione sul Mes, l’11 dicembre, è l’unica strada. Il problema è che non ho mai sentito spiegare da Di Maio dove il Mes va cambiato e perché, solo avvertimenti e dichiarazioni di principio. Spero che Di Maio ne abbia parlato con Gualtieri che in questi giorni siede ai tavoli internazionali dove si discuteranno modifiche e correzioni”.

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