Riciclaggio, pregiudicato fermato alla frontiera con un assegno da 100 milioni di euro

Si tratta del 59enne di Vibo Valentia Giuseppe Zinnà. Con lui un iraniano di 38 anni

Il confine con la Svizzera (Foto Piero Cruciatti / LaPresse)

VIBO VALENTIA – Un assegno di 100 milioni di euro in tasca e la voglia di passare il confine. Lo aspettavano però le forze dell’ordine che lo hanno arrestato e accusato di riciclaggio. Il protagonista in negativo della storia è il 56enne Giuseppe Zinnà, di Vibo Valentia, già in passato coinvolto e condannato per narcotraffico internazionale.

Il blocco al confine e l’accusa di riciclaggio

Quando è stato bloccato si trovava in macchina con un cittadino iraniano, intestatario del titolo di credito, che risulta in stato di fermo. I due, come detto, avevano cercato di varcare il confine del territorio italiano avendo in tasca un assegno da 100 milioni di euro. Di fronte, però, si sono ritrovati la guardia di finanza di Ponte Chiasso che li ha bloccati e, una volta scoperto ciò che avevano con loro, li ha arrestati. Ora sono indagati per riciclaggio. Giuseppe Zinnà, originario di San Calogero, un paesino in provincia di Vibo Valentia, era stato in passato coinvolto e condannato per narcotraffico internazionale. L’operazione era stata denominata ‘Decollo’ ed era stata attivata su ordine della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Zinnà è attualmente sotto processo per usura dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia.

Il sequestro

Dopo averli bloccati, le fiamme gialle hanno trovato e sequestrato l’assegno che era intestato al passeggero che era con il 59enne, vale a dire l’iraniano Ghazvini Alì Khanniarak, 38 anni.
La verifica ha consentito di accertare che l’assegno era stato emesso dal Credit Suisse di Ginevra. Ma non è tutto. Oltre all’assegno in questione è stato equestrato anche un contratto stipulato fra l’iraniano e Zinnà che prevedeva il pagamento di 14 milioni e mezzo di euro nel momento in cui sarebbe stato incassato l’assegno. Il provvedimento di sequestro è stato convalidato dal pm della Procura di Como Simona De Salvo. Le indagini però proseguono e, a quanto pare, potrebbero allargarsi presto nei confronti di altre persone.

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