Governo, Salvini alza la posta: “Alla Lega il ministero della Famiglia e natalità”

Foto Claudio Furlan / LaPresse Nella foto: Matteo Salvini

Il Viminale, certo, ma senza dimenticare il ministero dell’Innovazione a Milano – lanciato in campagna elettorale -, oltre a un dicastero totalmente dedicato alla Famiglia e alla natalità. Matteo Salvini alza la posta sulle caselle che la Lega vorrebbe occupare nel futuro governo di centrodestra, in attesa del faccia a faccia con Giorgia Meloni, che però non ci sarà prima della prossima settimana. Salvini si è ritagliato un weekend lungo a Milano, prima del rientro nella Capitale per proseguire le trattative sul nuovo esecutivo a probabile guida Meloni.

Anche oggi nessun impegno pubblico, mentre ieri la giornata è stata dedicata a incontri privati con il vice Giancarlo Giorgetti e il governatore Attilio Fontana. I tre si sono poi rivisti in serata all’assemblea provinciale dei militanti di Varese, nell’auditorium ‘Aldo Moro’ di Saronno. Nessuna dichiarazione del leader leghista né all’ingresso né all’uscita dal ‘bunker’. Durante la riunione – rigorosamente a porte chiuse – viene però ‘captato’ un audio nel quale Salvini scandisce: “Per quanto mi riguarda, chiederò per la Lega alcuni ministeri come quello per la Famiglia e la natalità, perché bisogna tornare a mettere al mondo figli senza tanti problemi”.

Nel toto-ministri entra così la comasca Alessandra Locatelli, che ha già ricoperto il ruolo nel governo Conte I. Interpellata nel merito da LaPresse, l’attuale assessora lombarda alla Famiglia tuttavia assicura: “Non penso a un ministero, lavoro per le famiglie lombarde”. Tra le ‘papabili’ per il nuovo ministero si fanno allora i nomi dell’europarlamentare Simona Baldassare, responsabile del Dipartimento famiglia della Lega, ma al ruolo potrebbe ambire anche l’esponente di Fratelli d’Italia Isabella Rauti.

Fonti leghiste in Regione Lombardia smentiscono poi l’ipotesi che al ministero dell’Innovazione – che Salvini vedrebbe bene nell’ex area Expo – possa essere indicato Stefano Bolognini, commissario milanese del partito e assessore ai Giovani nella giunta Fontana. Far dimettere gli assessori per incarichi romani – viene fatto notare – potrebbe essere letto come un segnale di ‘abbandono’ della Regione, a pochi mesi dalle elezioni lombarde. Da considerare, inoltre, l’aspetto territoriale: se alla Lega andranno quattro ministeri, è improbabile che Salvini possa scegliere ministri tutti lombardi.

Nei giorni scorsi – dopo aver ‘opzionato’ dicasteri di peso come Interno, Agricoltura, Affari regionali e Infrastrutture – Salvini si è detto “pronto a un incarico di governo”, senza però tirare in ballo il Viminale, come chiesto invece all’unisono dai parlamentari e dal Consiglio federale del partito. E anche oggi fonti di via Bellerio sottolineano che “non ci sono veti di alcun tipo su Matteo Salvini, il cui ottimo lavoro ai tempi del Viminale non è in discussione”.

“A Giorgia Meloni – afferma il capogruppo del Carroccio alla Camera, Massimiliano Romeo – chiediamo, come chiederanno gli alleati di Forza Italia, che la Lega abbia la giusta rappresentatività. Non ci sono veti, diktat, non c’è nulla di tutto ciò, c’è la grande consapevolezza che bisogna stare zitti e lavorare. È quello che i cittadini ci chiedono”. In attesa del faccia a faccia con la leader di FdI, non è da escludere un’interlocuzione tra Salvini e il Colle, visto che nella fase attuale – come spiegano fonti del Quirinale – sono fisiologici i contatti tra il presidente Sergio Mattarella e le forze politiche.

Nell’eventualità di un ‘passo di lato’ rispetto al Viminale, per il Capitano potrebbe profilarsi la delega all’Agricoltura o quella allo Sviluppo economico. Quest’ultima ipotesi viene però bocciata da Carlo Calenda: “Dopo di Maio ci mancava solo Salvini, poi lo possono chiudere”, la battuta al vetriolo del leader di Azione. Sullo sfondo della partita per il governo, per la Lega resta la questione della corrente ‘nordista’ lanciata dal fondatore Umberto Bossi dopo il deludente risultato elettorale del 25 settembre. “I militanti vogliono parlare di più dei problemi del Nord, e delle questioni che attengono all’Autonomia, argomenti che per loro fanno parte della storia del partito”, è il messaggio recapitato dal governatore Fontana dopo l’assemblea varesina.(LaPresse)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome