Grecia, sospiro dopo otto anni di austerity. Dalla troika a Tsipras: le tappe principali della crisi

Alexis Tsipras (AFP PHOTO / LUDOVIC MARIN)

Atene (LaPresse/AFP) – Il commissario europeo per gli Affari economici, Pierre Moscovici, ha dichiarato che la fine dei piani di aiuti alla Grecia rappresenta un giorno “storico” per il Paese, segnato da otto anni di austerity. “Questo è un giorno importante, anzi storico per la Grecia”, ha affermato il politico francese, spiegando che ora “la Grecia sarà in grado di finanziarsi da sola sui mercati”, oltre che di “definire la propria politica economica, naturalmente procedendo con le riforme”. La crisi greca, ha osservato ancora Moscovici “è stata di una profondità, di una durate e di una durezza assolutamente senza precedenti”, motivo per cui “dovremo monitorare i suoi impegni un po’ più da vicino”.

Le tappe della crisi

La Grecia esce oggi dall’era dei salvataggi Ue-Fmi, dopo otto anni di rigide e impopolari misure di austerità. Di seguito si ripercorrono le date chiave della crisi del debito, che ha portato il Paese in ginocchio facendo paventare a un certo punto l’uscita dall’euro.

– OTTOBRE 2009 Il governo socialista di Georges Papandreou, insediatosi a ottobre del 2009, ammette che il deficit pubblico, al 12,7% del Pil, è due volte più alto di quanto si pensasse inizialmente. Il dato viene successivamente rivisto al 15% del Pil, contro il tetto del 3% previsto dall’Unione europea.

– DICEMBRE 2009 Le agenzie Fitch, Standard & Poor’s e Moody’s abbassano il rating della Grecia, sollevando timori che il Paese possa non sostenere il suo debito.

Un momento negativo spinge il Governo a chiedere sostegno europeo

– APRILE 2010 Atene chiede aiuto.

– MAGGIO 2010 La Grecia diventa il primo Paese della zona euro a ricevere un prestito internazionale di salvataggio: Ue e Fmi varano un pacchetto di aiuti da 110 miliardi di euro in cambio di misure di austerità, che includono tagli massicci alla spesa pubblica e aumenti delle tasse, contro cui si solleva tutto il Paese. Si susseguono violente manifestazioni, in cui muoiono tre persone. Vengono sborsati 73 miliardi di euro.

– MARZO 2012 L’Eurozona prepara un secondo pacchetto di prestiti da 130 miliardi di euro e, dopo negoziati tormentati, i creditori privati concedono alla Grecia il ‘write off’, cioè la cancellazione’ di 107 miliardi di euro di debito, su un totale di 206. Comincia così la routine delle visite di controllo della ‘troika’ – composta da Commissione Ue, Bce e Fmi.

– MAGGIO 2012 I due principali partiti politici che hanno accettato le misure di austerità in cambio del salvataggio perdono consensi nelle elezioni.

– GIUGNO 2012 I due partiti pro-bailout costituiscono il cuore di un nuovo governo, guidato dal premier conservatore Antonis Samaras.

– APRILE 2014 La Grecia torna sui mercati, chiaro segnale di progressi.

Sale al Governo Alexis Tsipras

– GENNAIO 2015 Il partito di sinistra Syriza, di Alexis Tsipras, vince le elezioni anticipate, in gran parte grazie alla sua opposizione alle misure di austerità. Che definisce controproducenti e che a suo parere spingono l’economia sempre più nel pantano. In cinque anni l’economia greca si è ristretta del 25%, come pure i salari, e un quarto della forza lavoro risulta disoccupata: quella che Tsipras definisce una “crisi umanitaria”. La Grecia diventa così il primo membro dell’Ue guidato dalla sinistra radicale.

– FEBBRAIO 2015 I creditori della Grecia acconsentono a estendere i prestiti di salvataggio fino alla fine di giugno, dando a Tsipras un po’ di respiro. Atene promette riforme in cambio degli ultimi 7,2 miliardi di euro di fondi di salvataggio.

– GIUGNO 2015 Tsipras indice un referendum, chiedendo ai greci di dire sì o no alle condizioni di salvataggio proposte dai creditori internazionali. Tre giorni Atene non rispetta una scadenza di pagamento di una rata da 1,5 miliardi di euro al Fondo monetario.

Nuovo programma di salvataggio firmato da Tsipras

– LUGLIO 2015 Il 5 luglio gli elettori greci votano ‘OXI’ nel referendum, cioè ‘NO’ alle proposte dei creditori. Il giorno dopo il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis si dimette. Una settimana dopo Tsipras è costretto a firmare un terzo programma di salvataggio, in cambio di riforme ancora più dure di quelle respinte dal referendum. Tsipras nomina una nuova squadra di governo, che esclude le figure più radicali che si opponevano alle condizioni del salvataggio.

– AGOSTO 2015 Il Parlamento greco approva il terzo programma di salvataggio, di circa 86 miliardi di euro. Diserzioni da Syriza da parte dei membri più a sinistra: per questo Tsipras indice elezioni anticipate. Atene riceve la prima tranche del nuovo piano di aiuti, il che le consente di ripagare in tempo una rata di debito di 3,4 miliardi di euro alla Bce.

– SETTEMBRE 2015 Alle elezioni Tsipras riesce a farsi rieleggere. Il suo partito Syriza forma allora una coalizione di governo che spingerà le riforme previste dal programma di salvataggio.

– DICEMBRE 2016 I ministri delle Finanze della zona euro approvano delle misure di alleggerimento del debito a breve termine per la Grecia.

– GENNAIO 2018 Il capo dell’Eurogruppo, Mario Centeno, annuncia l’avvio di “lavori tecnici” su misure di ristrutturazione del debito.

– APRILE 2018 Il ministro greco delle Finanze, Euclid Tsakalotos, ammette che il Paese resterà sotto “sorveglianza potenziata” alla scadenza del programma di salvataggio.

– 21 GIUGNO 2018 I ministri delle Finanze della zona euro raggiungono un accordo che fissa le condizioni dell’uscita della Grecia dal programma di salvataggio, per il 20 agosto. Ma, dal momento che sul Paese pesa un debito che è salito al 178% del Pil, fino al 2022 resterà sottoposto a una “sorveglianza rafforzata”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome