Green pass ‘temporaneo’, proteste all’Asl

Il dirigente Tari: “I cittadini scaricano su di noi il problema, ma è una scelta del Ministero”

Da oggi entra in vigore il green pass, fra i timori dei titolari di locali (che temono la “fuga” di chi non vuole vaccinarsi) e qualche punto poco chiaro della norma. In questi giorni all’Asl stanno arrivando lamentele da parte di persone che hanno avuto il Covid, hanno ricevuto la prima dose di vaccino e adesso stanno ottenendo solo un pass “temporaneo”, valido per 6 soli mesi. “Ci arrivano diverse segnalazioni – dichiara Michele Tari, direttore del servizio Informatizzazione dell’azienda sanitaria – i cittadini scaricano su di noi il problema, ma possiamo fare ben poco: non abbiamo possibilità di interagire con la piattaforma del ministero della Salute”. Le situazioni sono differenziate: chi non è stato mai contagiato e ha avuto le due dosi di vaccino può chiedere e ricevere il “passaporto”. Niente da fare, invece, per chi non ha ancora avuto la seconda inoculazione: dovrà aspettare di completare il ciclo. Chi invece ha avuto il Covid ha un green pass valido solo per 6 mesi (il Governo sta valutando di portare a 9 mesi la validità) a partire dalla data del primo tampone positivo. Se invece ha avuto la dose dopo essere tornato negativo (ne è prevista una sola per chi è stato contagiato) ha diritto al pass “normale”.

Fra i vaccinati non tutti hanno ricevuto a casa la mail o l’sms annunciati dal Governo con il codice per ottenere il certificato, ma si può ricorrere alla piattaforma del Ministero, che ieri funzionava regolarmente.
Il lasciapassare è obbligatorio in bar, ristoranti o qualsiasi altro esercizio pubblico dove si consumi, al chiuso, ma seduti al tavolo (facoltativo invece se si consuma rapidamente al bancone). Inoltre è necessario per musei (compresa la Reggia), luoghi di cultura, mostre e strutture sportive al chiuso come piscine, palestre, palasport e per i centri benessere (anche quelli all’interno di strutture ricettive).

All’aperto il pass è ugualmente richiesto per spettacoli, eventi, competizioni sportive, sagre, fiere, convegni e congressi. E ancora per centri termali, parchi tematici e di divertimento, sale gioco e scommesse, bingo e casinò, centri culturali e ricreativi al chiuso. Niente obbligo nelle strutture sportive all’aperto, così come per le strutture ricettive. Nei ristoranti e bar all’interno degli hotel la certificazione vaccinale non sarà richiesta, ma solo per chi già vi alloggia, analogamente a quanto è successo con la chiusura dei ristoranti interni nei mesi scorsi (aperti solo a chi alloggiava nell’albergo e non agli esterni).

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