Huawei fa causa agli Usa: “La messa al bando è incostituzionale”

Foto Fred Dufour / AFP

MILANO – Il colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei tenta la via legale per reagire al bando imposto dagli Stati Uniti per motivi di sicurezza. Il gruppo con sede a Shenzhen ha presentato una “mozione di giudizio sommario” a un tribunale statunitense, nello specifico alla Corte Distrettuale Est del Texas, sostenendo che la misura voluta dal presidente Usa, Donald Trump, che vieta le sue apparecchiature di rete per motivi di sicurezza nazionale, sarebbe incostituzionale.

La società cinese ha inoltre invitato il governo degli Stati Uniti a interrompere la campagna che la riguarda, perché sarebbe “controproducente” ai fini della stessa sicurezza informatica. Secondo il chief legal officer di Huawei, Song Liuping, mettere al bando l’azienda adducendo motivi di cybersicurezza “non farà nulla per rendere le reti più sicure”.

Il governo statuinitense, aggiunge Song, “non ha fornito prove per mostrare che Huawei sia una minaccia per la sicurezza. Non c’è pistola, tanto più fumante. Solo speculazioni”. La messa al bando di prodotti e componenti di Huawei sul territorio statunitense, nonostante sia stata sospesa per tre mesi, è uno degli ultimi capitoli della guerra commerciale tra Washington e Pechino.

I media di Stato cinesi hanno agitato lo spettro di tagliare le esportazioni di terre rare negli Stati Uniti per prendere in contropiede la Casa Bianca nelle prossime mosse della guerra commerciale. Stoppare le terre rare, infatti, priverebbe potenzialmente l’industria Usa di una risorsa indispensabile per prodotti di alta tecnologia dallo smartphone all’hardware militare. “Le terre rare diventeranno la contro-arma della Cina per ribattere alla repressione gratuita degli Stati Uniti? La risposta non è un mistero”, ha avvertito sul ‘People’s Daily’, il portavoce del partito comunista cinese.

Questa minaccia arriva dopo che lo scontro si è intensificato per la decisione di Trump di aumentare le tariffe doganali sui prodotti Made in China. Il gigante delle tlc Huawei è stato inserito nella lista nera all’inizio di questo mese, mentre i negoziati commerciali sembrano essersi fermati. Il ‘Global Times’, di proprietà statale, ha ammonito in un editoriale che “gli Stati Uniti sminuirebbero l’eventualità che la Cina forzi la mano sulle terre rare”.

Il giornale ritiene ancora che “se gli Stati Uniti reprimeranno sempre più lo sviluppo della Cina, prima o poi la Cina utilizzerà le terre rare come arma”. L’effetto è stato quello di far salire il valore delle azioni delle società di terre rare nei mercati azionari di Shanghai e Shenzhen, con gli investitori che immaginano un possibile aumento dei prezzi di queste materie prime.
(LaPresse)

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