I chili di troppo pesano sull’ambiente

© lapresse - matteo corner
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NAPOLI – Le temperature si alzano e ci prepariamo alla prova costume. Ma come siamo messi alla vigilia del ritorno in spiaggia? Quasi un italiano su due (44,5%) quest’anno fallisce la prima prova costume a causa della sedentarietà e dell’alimentazione sbagliata, per un totale di circa 25 milioni di persone maggiorenni in sovrappeso o obese. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli ultimi dati Istat (Bes) diffusa in occasione del primo weekend segnato dall’arrivo del grande caldo che favorisce il ritorno sulle spiagge di tutta Italia con la riapertura degli stabilimenti balneari. Se il sovrappeso interessa il 33,7% della popolazione italiana adulta c’è un ulteriore 10,8% che ha problemi di vera e propria obesità. Gli uomini con una percentuale del 53,4% presentano livelli di eccesso di peso superiori alle donne (36%) che si dimostrano più attente alla linea e alla salute.

DIETA MEDITERRANEA

Una situazione preoccupante per un Paese come l’Italia che è leader mondiale nella qualità dell’alimentazione con i prodotti base della dieta mediterranea che sono diventati un modello di consumo in tutto il mondo. Non a caso la dieta mediterranea nel 2023 si è classificata ancora una volta come migliore dieta al mondo davanti alla dash e alla flexariana, sulla base del best diets ranking elaborato dal media statunitense U.S. News & World’s Report’s, noto a livello globale per la redazione di classifiche e consigli per i consumatori. Una vittoria ottenuta grazie agli effetti positivi sulla longevità e ai benefici per la salute, tra cui troviamo proprio la perdita e il controllo del peso, oltre a salute del cuore e del sistema nervoso, prevenzione del cancro e delle malattie croniche, prevenzione e controllo del diabete. Purtroppo, come emerge dagli ultimi dati, non tutti osserviamo le regole di questo regime alimentare e il  grasso che accumuliamo non ha un impatto negativo solo sulla nostra salute, ma anche, e soprattutto, sull’ambiente.

GRASSO ANTI-ECOLOGICO

Secondo una ricerca italiana pubblicata sulla rivista ‘Frontiers in Nutrition’, i cibi ad alto contenuto calorico sono anche quelli che utilizzano più terreno, più acqua ed emettono più gas a effetto serra, di fatto quindi sono quelli che hanno un impatto maggiore sul nostro pianeta. Gli studiosi hanno dimostrato che gli alimenti ad alto contenuto energetico contribuiscono maggiormente alle emissioni di gas serra. Il consumo costante di alimenti al di sopra del fabbisogno calorico raccomandato, da parte di un numero crescente di persone, non solo rappresenta un rischio per la salute, ma esercita anche una considerevole pressione sulle risorse naturali e sull’ambiente, e l’eccesso di cibo va considerato come spreco alimentare, al pari dello sperpero di alimenti gettati nella pattumiera. 

SPRECO ALIMENTARE

Il progressivo aumento dello spreco alimentare suggerisce che l’epidemia mondiale di obesità sia stata il risultato di un “effetto di spinta” di una maggiore disponibilità e commercializzazione di cibo. Dal 1974 il contenuto energetico della dieta è aumentato del 50%, raggiungendo più di 1.400 kcal per persona al giorno e 150 trilioni all’anno. In quest’ottica, la condizione di obesità rappresenta un costo considerevole per l’ambiente

I PAESI ‘IN SOVRAPPESO’

Dallo studio è emerso che nel mondo 140,7 milioni di tonnellate di spreco alimentare sono associato a sovrappeso e obesità. Tra le diverse regioni, l’Europa (Ue) è responsabile del maggior volume (39,2 milioni di tonnellate), seguita da Nord America e Oceania (32,5 milioni di tonnellate) e America Latina (20 milioni di tonnellate). In termini di impatto ecologico, queste tre aree hanno mostrato i valori più alti per acqua, terra, carbonio. L’impronta idrica è quasi doppia rispetto alle zone a minor impatto. In termini di emissioni di gas serra, l’Ue è al primo posto, e l’impronta è quasi 10 volte superiore alle zone a minor impatto. Per quanto riguarda l’uso del suolo, le tre zone in cima alla classifica hanno valori di circa 15 volte superiori alle zone a minor impatto.

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