I tentacoli del clan dei Casalesi sul noleggio delle auto di lusso

Sotto la lente della Dda i rapporti tra il presunto ras Vincenzo Di Caterino, un imprenditore di Teverola e una coppia di Napoli. Nell’indagine spuntano 280mila euro consegnati a Picone per comprare vetture in Germania. Fu ucciso nel 2018

CASAL DI PRINCIPE – Non solo droga ed estorsioni: negli ultimi anni a garantire denaro alle casse del clan dei Casalesi è stato anche il noleggio di auto di lusso. A gestire questo settore, in nome della cosca, interfacciandosi con vari imprenditori dell’Agro aversano e della provincia di Napoli, sarebbe stato Vincenzo Di Caterino, alias ‘o piattar, 39enne di Casal di Principe.

Il denaro alla cosca

Parte dei guadagni che otteneva affittando, per brevi periodi, veicoli di alto livello, veniva consegnata, ipotizzano i carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta, a Giovanni Della Corte, detto cucchione, per gli inquirenti nuovo leader della fazione Schiavone (ruolo che ricoprirebbe in attesa del ritorno in libertà di Emanuele Libero Schiavone, figlio del capoclan ergastolano Francesco Sandokan).
Di Caterino e Della Corte sono stati arrestati lo scorso novembre nell’ambito dell’inchiesta, coordinata dalla Dda di Napoli, tesa a tracciare le nuove strutture dei gruppi Bidognetti e Schiavone e a fermare alcuni dei loro business criminali (principalmente estorsioni e droga).

‘Lavori’ in corso

Se l’indagine che ha documentato i nuovi organigramma delle due compagnie mafiose è sostanzialmente conclusa, avendo già pure innescato due processi (uno in corso ad Aversa, per i pochi che hanno scelto il dibattimento, e un altro a Napoli, che riguarda proprio ‘o piattar e cucchione e altri 30 imputati, che hanno preferito affrontare il rito abbreviato), l’attività investigativa incentrata sui tentacoli che il clan dei Casalesi avrebbe disteso sul business del noleggio di auto di lusso è ancora in corso. E finora è stato identificato il presunto braccio destro di ‘o piattar, un 42enne di Aversa, figlio di un affiliato al clan dei Casalesi ucciso nel 1994. I militari hanno già documentato anche i rapporti d’affari avuti da Di Caterino con una famiglia di Teverola attiva proprio nel settore del noleggio di veicoli.

Il commercialista

Dalle conversazioni intercettate dai carabinieri è emerso pure l’intenzione di Di Caterino di estendere il suo business avviando società che avrebbe intestato fittiziamente alla moglie. La circostanza è stata appresa dagli investigatori grazie ad un colloquio tra il casalese e un commercialista. ‘O piattar, nell’aprile 2020, si stava confrontando e consultando con un professionista per avviare una nuova ditta da dedicare proprio alla vendita e al noleggio di auto da intestare alla consorte.

Gli affari con Picone

E durante questa chiacchierata è emerso un dato importante: Di Caterino racconta al commercialista di aver registrato qualche anno prima una perdita di circa 280mila euro. Cosa aveva determinato il ‘rosso’?. Aveva versato il denaro come acconto per l’acquisto di vetture in Germania tramite la società, a lui riconducibile, gestita da Nicola Picone, ‘o minorenne. Chi è? Si tratta del 26enne, originario di Teverola, ucciso il 19 ottobre 2018 nel parcheggio del distributore Agip di viale Europa, al confine tra Aversa e San Marcellino. Il ragazzo venne assassinato con 6 colpi di pistola e, secondo gli inquirenti, era legato al clan dei Casalesi.

Nonostante l’ingente perdita di denaro, Di Caterino riferì al commercialista di essere riuscito ugualmente a mettere in piedi di nuovo un importante parco auto. Tra i soggetti con cui avrebbe intrattenuto affari, sempre relativi al noleggio di auto, è emersa una coppia di Benevento.
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