Il boato, poi momenti di paura. Una scossa fa tremare Napoli

L’evento alle 19,45 di magnitudo 3,6: gli abitanti si riversano in strada

NAPOLI – E’ successo ancora. Alle 19,45 Napoli e provincia hanno ‘ballato’ a causa di una nuova, forte scossa di terremoto. L’evento sismico è stato avvertito oltre che a Pozzuoli, epicentro dei Campi Flegrei, nelle zone di Bagnoli, Agnano e Fuorigrotta.

La nuova forte scossa di terremoto ha spiazzato Napoli e provincia un quarto d’ora prima delle 20. I sismografi hanno rilevato una magnitudo pari a 3,6. La scossa rientra nello sciame sismico che sta interessando in questo periodo i Campi Flegrei.

Secondo le prime stime dell’Osservatorio Vesuviano, l’epicentro del sisma è avvenuto nella zona di via Antiniana tra Agnano e Pozzuoli a circa 2.700 metri di profondità.

Il fenomeno è stato avvertito dagli abitanti dei quartieri collinari del capoluogo, con i sismografi dell’Osservatorio Vesuviano che l’hanno registrato nell’area flegrea come nella zona del Vesuvio.

Centinaia di napoletani di città e provincia hanno segnalato la scossa sui social network e nel frattempo cercato conferme su Google. Pochi minuti più tardi, il colosso di Mountain View scriveva: “Ci sono segnalazioni di scosse nelle vicinanze. Ricontrolla in seguito man mano che ulteriori informazioni saranno disponibili”. E’ dunque partita la sfilza di telefonate al 115. “Solo paura e qualche intervento, ma non abbiamo registrato conseguenze”, le parole dei vigili del fuoco. Al momento, infatti, non si registrano danni a cose o persone.

Lo scorso 16 marzo una scossa di terremoto di magnitudo 3,5 era stata avvertita chiaramente intorno alle 15,15 a Napoli, nella zona dei Campi Flegrei interessata da fenomeni di bradisismo.

Tornando a ieri, si è subito mossa l’amministrazione comunale di Pozzuoli: “Sono in corso le verifiche sul territorio da parte della polizia municipale – hanno fatto sapere in serata dalla città flegrea – in particolare nelle aree prossime all’epicentro. Non risultano al momento segnalazioni di danni. L’evento potrebbe essere stato accompagnato da un boato avvertito dagli abitanti delle aree prossime agli epicentri. Maggiori informazioni sull’evoluzione del bradisismo di sollevamento che sta interessando da diversi decenni il territorio comunale, possono essere trovate sul sito dell’Osservatorio Vesuviano”. Per uno strano scherzo del destino, proprio ieri è stato diffuso il bollettino settimanale dell’Osservatorio Vesuviano dal quale non risultano variazioni significative rispetto alla situazione delle settimane precedenti.

Il ricordo del 1980 e la frequenza allarmante

E’ durato appena tredici giorni il primato della scossa delle 15,14 di mercoledì 16 marzo, quando i sismografi hanno registrato un movimento tellurico di magnitudo 3.5. Un’intensità considerevole rispetto agli episodi più recenti, e che ha infatti seminato il terrore tra i napoletani. Ieri, poi, la conferma di un lungo periodo di paura con cui i napoletani sono costretti a vivere, schiacciati a metà strada tra la Solfatara, le fumarole dei Pisciarelli e il Vesuvio. Quel sisma di due settimane fa si è verificato alle 15:14 ad una profondità di circa 2,7 chilometri nella zona di Campi Flegrei: stessa profondità della scossa di ieri, che però è stata leggermente più potente. L’epicentro è stato individuato presso la contrada Pisciarelli di Agnano, secondo il monitoraggio degli esperti. E’ la paura il fil rouge del territorio napoletano: sono stati moltissimi infatti quelli che hanno abbandonato le proprie abitazioni in preda alla paura o il proprio posto di lavoro per timore di crolli. Momenti di tensione in particolare si sono registrati nei quartieri residenziali di Monterusciello e Toiano.
Da un primo monitoraggio della situazione a Napoli non si sarebbero registrati danni a cose e nessuno per fortuna sarebbe rimasto vittima o ferito di crolli. Maggiore attenzione naturalmente a Pozzuoli, dove gli uomini della Protezione Civile locale e della polizia municipale hanno monitorato tutta la notte la situazione, così come tra Quarto, Bacoli e Monte di Procida. Tanta paura e soprattutto il risveglio del ricordo del terremoto che nel 1980 devastò l’Irpinia. E una tendenza che definire allarmante è poco: la scossa del 16 marzo era stata definita la più forte dal 2005, da ieri bisogna aggiornare la classifica.


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