Il caporalato viaggia su ‘due ruote’, la procura di Milano indaga sui rider

La maggior parte di chi è attivo in questo settore non avrebbe un contratto di lavoro subordinato

MILANO – La procura di Milano indaga sull’attività dei ‘rider’: un’indagine su uno dei settori lavorativi più moderni e sottovalutati.

Condizioni lavorative, rispetto dei contratti e verifica delle norme igienico sanitarie per il trasporto degli alimenti. Sono molte le questioni in cui la procura vuole ‘vederci chiaro’. Ma la la lente dei magistrati si concentra in particolare sul fenomeno del caporalato. Sarebbero diversi gli operatori che si arricchirebbero in maniera illegale sulla pelle di migranti irregolari, ‘affittando’ loro il proprio posto di lavoro.

Nessuna protezione per i rider: assicurazioni fantasma per i ‘lavoratori autonomi’ su due ruote

Il mestiere del rider non viene tutelato. Il caporalato viaggia su ‘due ruote’: la maggior parte di chi è attivo in questo settore non avrebbe un contratto di lavoro subordinato. Sono lavoratori ‘autonomi’, così giustificano i datori di lavoro. Per i ciclisti delle consegne non c’è perciò neppure una polizza assicurativa contro gli infortuni. A loro spesso non vengono poi neppure fornite adeguate attrezzature protettive, come caschetti per le biciclette.

La ‘guerra tra poveri’ per le consegne degli alimenti: il caporalato viaggia su due ruote

Ci è voluto poco alla polizia Municipale a scoprire un tragico retroscena del fenomeno rider. Da alcuni controlli è emerso che, su una trentina di fattorini, tre non avevano regolare permesso di soggiorno. Ma più che per lo sfruttamento dei lavoratori, malpagati e senza alcuna tutela, è il ‘disagio’ creato dai rider a mettere in allarme la procura.

L’inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Maura Ripamonti si concentra sugli incidenti stradali che coinvolgono rider. La condotta ‘poco educata’ dei rider al volante, che spesso corrono a perdifiato per racimolare pochi euro in una serata, mette in difficoltà gli automobilisti. “E’ un’indagine doverosa, sotto il profilo della prevenzione – spiega Siciliano – Tutto nasce da una fotografia di una realtà sotto gli occhi di tutti. Muoversi in città la sera è diventata una sfida contro le insidie e i pericoli, per via di questo sistema di distribuzione del cibo”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome